Fondali bassi, a rischio chiusura il porto turistico di Pescara

L’allarme del presidente Assonautica Francesco Di Filippo: riprende subito dragaggio. Persi due milioni di euro per le gare di vela saltate

PESCARA

Il porto turistico «Marina di Pescara» rischia la chiusura se non riprenderanno al più presto i lavori di dragaggio. E intanto si stima siano stati persi circa due milioni di euro per non aver potuto ospitare, a causa dei fondali troppo bassi, l'Europeo di Vela e i Mondiali. Il grido d'allarme arriva dal presidente di Assonautica Pescara, Francesco Di Filippo. «Saremo costretti a portare le imbarcazioni nel porto canale - ha detto in conferenza stampa presso la Camera di Commercio - Bisogna dragare almeno 50 mila metri cubi per risolvere il problema dell'insabbiamento». «Pensavamo che una volta ultimato il dragaggio del porto canale si potesse risolvere rapidamente anche la nostra situazione - ha aggiunto Di Filippo - Invece siamo arrivati a una situazione gravissima, con il fondale ridottosi a poco più di due metri, problemi per l'ingresso e l'uscita delle barche». Quanto ai danni economici per la città «sono stati già persi due milioni di euro - segnala il presidente di Assonautica - per non aver potuto ospitare l'Europeo di Vela, i Mondiali, che l'anno scorso invece che a Pescara si sono disputati ad Ancona, e anche il campionato italiano. Tre manifestazioni saltate e altre già disdette. Un danno enorme anche per le attività economiche del porto turistico e l'indotto. Dieci persone hanno già perso il lavoro. Per non far morire il Marina chiediamo si riprendano al più presto i lavori di dragaggio, così come è stato nella darsena commerciale e al porto canale. Il porto turistico non è un rifugio dei ricchi. A Pescara non ci sono mega yacht. Il porto è un moltiplicatore di reddito, ma non in queste condizioni».