Emergenza furti

Foto, cibo e vestiti: i ladri mettono le mani ovunque

Frugano dappertutto portandosi via affetti e ricordi a Pescara svaligiano almeno un’abitazione al giorno

PESCARA. Come al solito la realtà supera la fantasia ed ecco un fattarello fresco fresco che racconta meglio di tutto che cosa vuol dire subire un furto. È storia di tre giorni fa. A Montesilvano, i ladri si sono intrufolati in un appartamento in assenza dei proprietari e si sono intrattenuti all’interno dell’abitazione fino a quando hanno potuto, alla ricerca smodata di qualcosa di valore. Cassetti, armadi, comò, credenza: hanno messo sottosopra tutto, ma il tempo passava e a un certo punto si sono dovuti arrendere. E allora che cosa hanno fatto i ladri? Si sono portati via una grande cornice appesa all’ingresso in cui era esposto un collage di foto di famiglia con i volti sorridenti dei bambini di casa ripresi nelle varie tappe di crescita.

Forse un furto a sfregio, da parte dei ladri che pensavano di raccogliere chissà quale bottino, ma che di fatto racconta che cosa vuol dire subire un furto al di là del danno economico e materiale: una violazione della propria intimità, della propria storia, dei propri affetti, dove a far male non è la perdita di un quadro o di un anello di valore, quanto piuttosto quella di un cimelio di guerra, di una medaglietta di Padre Pio, di un ricordo dei nonni o addirittura, e capita anche questo, di fotografie di una vita.

E infatti i racconti delle vittime si assomigliano tutti, come raccontano le forze dell’ordine che sempre più spesso si trovano a raccogliere le loro denunce a un ritmo che inizia a fare impressione considerando che, stando ai dati della Questura, nella sola Pescara la media, in questo gennaio 2015, è di un furto al giorno con 27 furti denunciati al 26 gennaio contro i 21 dell’intero gennaio 2014. E senza considerare i dati relativi all’intero territorio provinciale dove si arriva, com’è successo nello scorso fine settimana, a una dozzina di furti in due giorni. E poi?

«Da noi i proprietari delle case svaligiate arrivano in lacrime», riferisce un investigatore che chiede l’anonimato, «non tanto per il valore economico degli oggetti di cui vengono privati, ma per il valore affettivo di quegli stessi oggetti». Perché poi c’è da dire, come attestano gli addetti ai lavori, che negli ultimi tempi c’è stato un calo sostanziale della qualità dei furti. Se da una parte persiste il colpo su commissione ad opera di bande di professionisti (vedi quello ai danni del noto professionista nel centro di Pescara, sabato scorso) dall’altra con la crisi si sono moltiplicati i ladri fai da te. «Oltre agli slavi che puntano esclusivamente all’oro, dimendicando o lasciando pezzi pregiati come i quadri di valore o le opere d’arte in genere, dall’altra ci sono i ladri a caccia di qualunque cosa, che rubano di tutto». Olio, vino, carne congelata, maglioni e addirittura, com’è successo, i vasi, ma quelli da quattro soldi. E quando poi i proprietari rientrano e trovano la casa “violata” in ogni suo angolo inizia un calvario che può durare anche anni. È l’incubo di chi fa fatica ad accettare che degli estranei abbiano frugato tra la propria biancheria intima, tra i propri vestiti, i propri ricordi mettendo le mani addirittura in bagno e in cucina. «Ormai non si fermano più davanti a niente», raccontano ancora le forze dell’ordine. «Dipende dal tempo che hanno a disposizione, spesso limitato per timore di non essere scoperti, ma finchè non trovano quello che cercano, i ladri frugano dappertutto. Perfino nello sciacquone del bagno, nei vasi, nei barattoli della cucina, nei cassetti delle posate, tra le pentole. Mettono le mani ovunque». Ed è questo senso di impotenza di fronte a una vera e propria violenza che poi, sulle vittime, lascia segni difficili da cancellare. «Ho 36 anni», racconta L.P. che di furti in casa ne ha subiti due, «e mi ricordo ancora quando vennero a rubare la prima volta. Avevo otto anni e i ladri si presero tutto, perfino i polli nel congelatore e perfino i miei risparmi, 150mila lire che avevo messo insieme per comprarmi la bicicletta. Ricordo il senso di impotenza, di rabbia, ma anche la paura che può provare un bambino di otto anni che scopre che i ladri possono entrare a casa tua quando vogliono». Ma come tentare di evitare di ritrovarsi la casa, e soprattutto la propria vita, a soqquadro? «C’è chi lascia qualcosa all’ingresso per abitudine, anche una banconota da 50 euro nella speranza che possa accontentare il potenziale ladro. Ma non funziona. Piuttosto», suggerisce un investigatore, «si può provare ad arginare i danni nascondendo le cose preziose in più punti della casa nella speranza che, scoperto il primo, se ne vadano senza proseguire».

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