Francavilla, sfrattati dall’alloggio di fortuna

Erano ospitati a spese del Comune all’Albergodelle Rose, ma la proprietà ha deciso di mandarli via

FRANCAVILLA. La casa vacanze Albergo delle Rose chiude l’attività facendo esplodere il dramma delle famiglie indigenti che vivono da anni nella struttura di via Adriatica, (dove qualche anno fa le aveva sistemate il Comune a causa della loro situazione di necessità), e che ora rischiano di ritrovarsi da un momento all’altro in mezzo alla strada. All’inizio di ottobre, la ditta proprietaria (Romana Proprietà srl di Francavilla) aveva comunicato agli inquilini che alla data del 30 novembre la gestione sarebbe cessata e li invitava e diffidava a «regolarizzare la posizione economica a contrattuale e a liberare inderogabilmente l’alloggio», entro la stessa data. La gran parte degli ospiti (nel complesso una quarantina) ha trovato una nuova sistemazione, ma un piccolo gruppo di inquilini in situazioni economiche particolarmente critiche, non sapendo dove andare è rimasto lì, confidando nell’intervento del Comune per trovare un alloggio alternativo. Si tratta di 5 persone in tutto: una famiglia composta da padre, madre e un figlio ancora ragazzo, stipati in 30 metri quadri; un invalido di 80 anni su una sedia a rotelle e una donna, ciascuno dei quali sistemato alla meno peggio in un monolocale. Da venerdì scorso gli sfrattati non hanno più il gas perché l’erogazione è stata interrotta. Rimasti al freddo, per cucinarsi qualcosa sono costretti ad utilizzare un fornello da campeggio. Ora temono che sia imminente anche il distacco dell’energia elettrica. La loro drammatica vicenda è stata portata all’attenzione del consiglio comunale nell’ultima seduta di venerdì, dal consigliere d’opposizione Stefano Di Renzo: «Ho sollevato la questione perché coinvolto da queste persone. Auspico che il Comune possa andare loro incontro trovando una soluzione che salvaguardi la loro dignità».

«E’ sicuramente una vicenda drammatica, come quella di tanti altri sfrattati che ci si rivolgono», precisa l’assessore al sociale Patrizia Gasparri. «Alcune persone sono state ricoverate lì dal Comune con delle determine specifiche, scadute nel 2009. Non ci sono contratti che indichino ulteriori obblighi da parte del Comune, che ha già un debito con la proprietà di 24 mila euro per i ricoveri; ora non si faranno altri debiti. Case popolari disponibili non ce ne sono e comunque, va rispettata una graduatoria. Il Comune non può intervenire sugli sfratti essendo una proprietà privata, ma si è attivato per un dovere morale: abbiamo contattato agenzie commerciali, enti religiosi e parenti degli sfrattati per cercare possibili soluzioni».

Giuseppina Gherardi

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