Parte della refurtiva recuperata dai carabinieri (foto di Giampiero Lattanzio)

ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

Furti nelle aziende e ricettazione nella Val Pescara: in sette nei guai

Smascherata una banda dai carabinieri che aviva tra Popoli e Tocco da Casauria, perquisita e chiusa un'impresa a Montesilvano. Agiva dopo i sopralluoghi, recuperata una parte della refurtiva in rame, materiale ferroso ed edile. Colpita anche una discoteca

PESCARA. Scacco a una banda di ladri e ricettatori. I carabinieri della Compagnia di Popoli hanno eseguito 4 arresti e tre misure cautelari   per colpire un’associazione a delinquere dedita a furti nella Val Pescara.

Perquisita anche un'azienda, recuperata refurtiva in rame, materiale ferroso ed edile. I furti sono avvenuti in aziende edili e di rame fra Popoli e Tocco da Casauria, e in una discoteca della provincia dell'Aquila, per un valore di circa 100mila euro. L'operazione ha il nome in codice "Multipla". Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Pescara Antonella Di Carlo, su richiesta del Pm Andrea Papalia. In tre sono finiti in carcere: Guglielmo Covitti, 66enne, Marco De Marchi (59) e Giuseppe D'Alfonso (56). Uno ai domiciliari, Francesco Marzano (28), mentre per altre due è stato disposto l'obbligo di firma e per un'ultima l'obbligo di dimora. I sette sono nativi del Pescarese, Barese e Napoletano. La misura a carico di Marzano è stata eseguita a Gioia Del Colle (Bari).

I militari del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara e dei colleghi di Popoli, coordinati dai capitano Giovanni Savini e Tonino Marinucci hanno eseguito la perquisizione in una ditta di Montesilvano, dove veniva portata la refurtiva. L'azienda, dedita allo smaltimento di materiali ferrosi, al termine dei controlli, è stata chiusa e sottoposta a sequestro preventivo.

Nel corso delle indagini, partite nel maggio del 2018, è stato recuperato un quintale di rame, oltre ad una vettura utilizzata. Alcuni dei sette, legati fra loro da rapporti di parentela, si muovevano con delle auto noleggiate per compiere i sopralluoghi nelle ditte che poi subivano i furti. Determinante ai fini della svolta delle indagini i gps delle vetture utilizzate dalla gang.

Il colonnello Marco Riscaldati, comandante provinciale dell'Arma, ha fatto un appello ai proprietari e agli addetti: «Chi va a fare i furti, oltre a fare un sopralluogo esterno, molte volte, con una scusa entra all'interno delle aziende, per cui invitiamo a rivolgere attenzione su persone che spesso non sono del luogo e che fanno domande strane. In questi casi, quando ci sono dei sospetti, e bene rivolgersi alle forze dell'ordine».