Giostre negate, Gardaland replica e non si scusa Un altro padre denuncia: "E' successo anche a me"

La direzione del parco divertimenti non si scusa per aver negato l'accesso a una delle attrazioni alla figlia del magistrato pescarese Aldo Aceto, che aveva denunciato la discriminazione. "E' un problema di sicurezza", si legge in una nota degli amministratori di Gardaland. Intanto il padre di un'altra ragazza down denuncia di aver subito lo stesso trattamento

PESCARA. «Dobbiamo garantire la sicurezza dei nostri utenti nel rispetto della legge e non ci è possibile verificare ogni singolo caso». Gli amministratori di Gardaland replicano così alla denuncia, pubblicata ieri sul Centro, sulla presunta discriminazione di una bambina di 8 anni affetta da sindrome di Down, figlia del magistrato ed ex procuratore di Pescara Aldo Aceto.

Alla figlia del giudice Aceto tre giorni fa è stato negato l'accesso alla monorotaia, il trenino sopraelevato che percorre il perimetro del parco, perché disabile. Il tutto, davanti a persone stupite di un atteggiamento tanto determinato degli operatori e al rammarico dei familiari, che con la piccola erano già saliti in mattinata su quella stessa giostra.

Stesso trattamento subito il giorno dopo da una ragazza di 36 anni di Verona, come spiega il padre della ragazza, Ilario Braga. (leggi l'articolo)

A nulla è valso il colloquio di Aldo Aceto con i responsabili della struttura: il divieto alla bambina di salire sull'attrazione del parco è stato categorico.

«Lo dice l'opuscolo verde che disciplina le regole degli utenti con disabilità», hanno risposto all'ex procuratore Aceto. In realtà, su quella brochure, il divieto non è espressamente descritto ed accanto al nome dell'attrazione c'è un'icona che significa, nella legenda, «Attrazione-spettacolo accessibile ai bambini con disabilità».

«La Monorotaia, pur essendo una delle attrazioni più tranquille del Parco», replica invece Gardaland, «è pur sempre un trenino sopraelevato che viaggia a 5 metri d'altezza, per questo la sua fruizione non è consentita a tutti, in particolar modo non si rende adatta a quegli ospiti che potrebbero manifestare vertigini, panico, o reazioni incontrollate».

Secondo gli amministratori del parco, dunque, la bimba di 8 anni avrebbe potuto reagire in modo inaspettato salendo sulla giostra. Ma la piccola, sulla stessa monorotaia ci era già salita la mattina stessa. Le era piaciuta e voleva tornarci su nel pomeriggio con genitori e zii.

«Gardaland», fanno presente gli organizzatori, «è da sempre attenta ai diritti dei suoi ospiti disabili; lo testimoniano tutte le iniziative adottate per rendere sempre più agevole la loro visita al Parco: i parcheggi riservati, l'ingresso preferenziale dal Castello che consente di evitare le code, il noleggio di sedie a rotelle e, non ultimo, un opuscolo informativo realizzato in collaborazione con le associazioni che si occupano di disabilità e che viene distribuito ad ogni ospite disabile all'entrata dal Castello, e che può essere facilmente reperito sul sito web».

Un concetto che, sin dall'inizio, non era piaciuto ad Aceto. Il magistrato già nell'ingresso preferenziale vede «una discriminazione inutile». «All'ingresso», rivela, «non mi è stato fornito nessun opuscolo. L'ho preso alla fine della giornata, constatando quanto quella che abbiamo subito sia stata un'ingiustizia fondata soltanto sul pregiudizio».

«Probabilmente il signor Aceto», avvertono in una nota gli organizzatori del parco dei divertimenti più grande e frequentato d'Italia, «non ha fatto presente alle casse la disabilità della figlia. Se lo avesse fatto, sarebbe stato indirizzato all'entrata del Castello dove la bambina avrebbe avuto diritto all'ingresso gratuito al Parco e dove avrebbe ricevuto l'opuscolo con le informazioni».

I gestori, quindi, non si scusano. «Il mancato rispetto di quanto prescritto dalla legge e di quanto indicato dal costruttore rappresenterebbe una grave inadempienza da parte nostra, sanzionabile sia civilmente che penalmente», concludono da Castelnuovo del Garda. Resta da sapere se davvero la monorotaia sia ritenuta dai costruttori pericolosa per bimbi Down. La famiglia, nella giornata di ieri, sarebbe stata contattata dai responsabili di un altro parco divertimenti molto noto: avrebbero invitato Aceto con moglie e figli a visitare la loro struttura, scusandosi a nome della categoria.

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