Giunta bloccata da un anno di liti

Mascia nel mirino anche di Teodoro e catoniani

PESCARA. Scontri politici, liti, fratture. La crisi aperta ieri dall'Udc parte da lontano. Dal giorno in cui il sindaco Albore Mascia si è insediato fino ad oggi, si è assistito a ultimatum, prove di forza, minacce di diverse forze politiche della coalizione che hanno piano piano minato la stabilità della maggioranza.

Ha cominciato nel luglio scorso Gianni Teodoro che, per far valere un patto politico siglato nella scorsa campagna elettorale, ha scatenato un putiferio. Mascia lo ha dovuto accontentare nominandolo assessore e assegnando ai consiglieri della sua lista civica una serie di incarichi. Ma nel gennaio scorso, di fronte alle pressioni del leader di Pescara futura Carlo Masci e al braccio di ferro messo in atto da Teodoro per ottenere la riconferma del suo dirigente, il sindaco lo ha estromesso. La Lista Teodoro ha subito aperto uno scontro nella maggioranza, facendo mancare il suo voto in aula. Successivamente, il centrodestra ha perso anche l'appoggio dei catoniani, Nico Lerri e Livio Marinucci, usciti dal Pdl insieme ad Adele Caroli per dare vita a al nuovo gruppo Democrazia per le autonomie. Nel frattempo, l'Udc è passata da due a tre consiglieri con il passaggio di Vincenzo Di Noi proveniente dalla Lista Teodoro. Quell'uomo in più ha consentito ieri all'Unione di centro di avviare una prova di forza con il Pdl dagli esiti incerti (si veda l'articolo in alto). L'opposizione parla di crisi politica.

«Ciò che è avvenuto in consiglio oggi (ieri, ndr)», ha fatto notare il capogruppo dell'Idv Adelchi Sulpizio, «con la maggioranza costretta a ritirare le variazioni di bilancio perché non aveva i numeri per votarle, va chiamato nel giusto modo: crisi. Il sindaco verifichi, a questo punto, se ha ancora una maggioranza che lo sostiene».

«Questa è una crisi di cui Mascia deve tenere conto e con la quale deve fare i conti», ha fatto notare il neo capogruppo del Pd Moreno Di Pietrantonio, «la manifestazione culturale del Festival dannunziano ha diviso, anziché unire. «Oggi (ieri) il consiglio», ha aggiunto il consigliere del Pd Enzo Del Vecchio «è riuscito ad approvare solo la vendita di un terreno di 28 metri quadrati a un cittadino».

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