dopo l'emergenza

Grandi rischi e Enel: si va alla resa dei conti

I parlamentari abruzzesi Pezzopane, Sottanelli, Melilla e Tancredi all’attacco dei vertici

PESCARA. Deputati e senatori abruzzesi, impegnati a Montecitorio e a Palazzo Madama, tra interrogazioni (attraverso il question time) e interventi successivi all’informativa del capo del governo, Gentiloni, sulla situazione di emergenza nel centro Italia.

Ha cominciato Paolo Tancredi, di Area popolare, che, rivolto al ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha ricordato «le quasi mille utenze staccate» e che più «di 50mila sono servite da generatori di emergenza, con enormi difficoltà per rifornirle». Un’interrogazione, quella di Tancredi, seguita dall’annuncio, da parte di Calenda, della nomina della commissione indipendente che valuterà l’operato della gestione e la manutenzione della rete elettrica in Abruzzo, apprezzata dal deputato teramano, che però ha chiesto se «un'infrastruttura di questo tipo, può, con una nevicata, sì straordinaria, tenere disalimentata un terzo di una regione».

Sulle iniziative di competenza in merito al recente documento della Commissione Grandi rischi, relativo alla ripresa della sismicità nell'Appennino centrale, è intervento Giulio Cesare Sottanelli (Scelta Civica Ala) che ha chiesto le dimissioni del presidente della Commissione, Sergio Bertolucci: «Ha creato un allarme spropositato a 300mila cittadini, affermazioni», ha aggiunto rivolgendosi al ministro per i Rapporti con il parlamento, Anna Finocchiaro, «in netto contrasto rispetto i all'effettivo e alle dichiarazioni rilasciate da lei e dal presidente Gentiloni. Mi auguro che, con un atto di dignità, rassegni lui, invece, le dimissioni», ha concluso.

La richiesta delle dimissioni di Bertolucci è arrivata perché, secondo Sottanelli, il presidente della Commissione grandi rischi aveva dapprima evocato «un possibile nuovo Vajont, poiché una faglia è presente sotto al secondo bacino idrico d'Europa, quello di Campotosto, creando ulteriore terrore in oltre 300.000 persone, salvo poi correggersi facendo in parte marcia indietro».

Altre dimissioni sono state chieste da Gianni Melilla (Si). Questa volta, nei confronti delle figure apicali dell’Enel, l’azienda che gestisce l’energia elettrica. «Sono indignato», ha sottolineato Melilla, «per il modo in cui l'Enel se la vorrebbe cavare, magari oggi con qualche risarcimento low cost. No, devono pagare! Se ne devono andare via dall'amministrazione di questa grande azienda». Nelle parole di Melilla, «i nuovi padroni dell'Enel hanno pensato ai loro profitti piuttosto che al miglioramento del servizio elettrico», mentre invece «la gloriosa Enel con la nazionalizzazione degli anni Sessanta portò la luce nelle più sperdute frazioni».

Sulle scuole, l’intervento al Senato di Stefania Pezzopane (Pd). «Bisogna dare risposte rapide sulle scuole anche alla luce dell’allarme della Commissione Grandi rischi. C’è il programma Casa Italia», ha fatto notare Pezzopane, «per la messa in sicurezza del territorio, al quale occorre dare seguito da subito nelle aree dell’Abruzzo».

E se i deputati Tommaso Ginoble ed Emanuele Lodolini, del Pd, sono stati i primi firmatari di un'interrogazione sui disservizi Enel e Terna al ministro Calenda, il senatore del movimento Idea, Gaetano Quagliariello, ha proposto «una legge speciale che non parli solo di emergenze, ma di prospettive e di rilancio di questa terra», riferendosi all’Abruzzo.

«Il Parlamento deve farsi carico delle emergenze che hanno funestato la regione», gli fa eco il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano, secondo cui «gli errori compiuti nella gestione delle emergenze non possono e non devono più ripetersi».

Vito de Luca