Gtm, i sindacati portano l’azienda in tribunale

Interrotte le trattative sugli orari dei dipendenti e sui premi di risultato Filt Cgil: violati lo Statuto dei lavoratori e gli accordi contrattuali

PESCARA. Finirà, probabilmente, in tribunale lo scontro tra Gtm e sindacati. Ieri, la Filt Cgil ha fatto sapere di aver denunciato l’azienda per comportamento anti-sindacale.

È il risultato dell’ultimo confronto tra le parti, avvenuto giovedì in mattinata. La trattativa, che va avanti da mesi sulle turnazioni dei dipendenti, sui premi di risultato e sulla qualità del servizio offerto ai passeggeri, si è interrotta bruscamente e non si sa se e quando riprenderà. «A questo punto», si legge in una nota firmata dai segretari di Filt Cgil Giancarlo De Salvia, Fit Cisl Domenico Di Bonaventura, Faisa Cisal Angelo Leone e Ugl autoferrotranvieri Gabriele D’Aloisio, «non ci resta che chiedere l’intervento dei sindaci delle città da noi servite con i mezzi pubblici, cioè Pescara, Montesilvano, Francavilla, Collecorvino, Loreto Aprutino e Penne, sperando che almeno a loro stia a cuore la tutela di un diritto per i cittadini violato da un gruppo di amministratori sconsiderati». «Adesso», aggiungono, «chiederemo un incontro urgente con la proprietà, l’assessore regionale ai trasporti Giandonato Morra, i sindaci interessati. Se sarà necessario, proporremo anche la presenza di una delegazione di cittadini utenti». Le quattro sigle sindacali, nella nota, disegnano uno scenario drammatico dell’azienda. «Filt Cgil, Fit Cisl, Faisa Cisal e Ugl autoferrotranvieri», è scritto, «a nome dei lavoratori della Gtm, intendono informare l’utenza e la cittadinanza che il pessimo servizio offerto, fonte di innumerevoli disagi, è stato decretato solo e soltanto da una condotta scellerata della dirigenza aziendale». «È ora che tutti sappiano», proseguono i sindacati, «che il cda della Gtm riserva ormai da tempo lo stesso pessimo trattamento riservato ai passeggeri, anche ai propri dipendenti. Infatti, mentre quest’estate si pianificava una vergognosa revisione dei percorsi, lasciando senza servizio interi quartieri, sul piano interno l’azienda sottoscriveva accordi mai rispettati, calpestando i diritti dei cittadini e dei dipendenti».

Così, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e il 5 novembre scorso si sono aperte le procedure di raffreddamento per evitare uno sciopero. «Tuttavia, l’azienda», rivelano i segretari, «non ha rispettato nemmeno i termini previsti dalla legge per convocare i sindacati in tali circostanze. Giorni fa è giunta la richiesta di incontro che si è conclusa con un nulla di fatto, per il rifiuto tassativo del presidente Michele Russo di far assistere una delegazione di lavoratori alla trattativa».

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