Hic manemibus optime

TORNA ALLO SPECIALE - GLI ALTRI RACCONTI IN GARA

La scelta di trascorrere un fine settimana in Umbria fu dettata dal desiderio di fare conoscenza con il Sagrantino nel territorio di vocazione, oltre che dalla mia predilezione per i vini rossi.

Spello mi parve il luogo ideale dove pernottare e, dopo essermi sistemato in albergo, ne percorsi le vie di pietra per riscoprire le emozioni che solo un borgo medievale, giustamente annoverato tra i più belli d'Italia, riesce a provocare. Avendo saltato il pranzo - volsi l'attenzione verso silenziosi brontolii provenienti da territori addominali - mi fermai all'Enoteca Properzio, dalla cui graziosa corte esterna intravidi casse di Sassicaia allineate a mò di arredamento, dietro e ai lati delle quali una teoria feconda di bottiglie adagiate secondo giusti canoni annunciava l'imminente certezza del pregio della mia scelta. Fui accolto con garbata discrezione; il proprietario, avendo riconosciuto il mio accento, mi volle informare della sua amicizia con l'ormai compianto Gianni Masciarelli. La mia volubilità m'indusse, quindi, a chiedere al mio ospite un calice di Montepulciano Villa Gemma, che mi fu servito, dopo qualche minuto, al centro di una cornice disegnata da un tagliere che accoglieva una profumata teoria di salumi e formaggi, contornati da bruschette oliate. Il Sagrantino avrebbe atteso un'altra occasione per darsi al mio palato. Lo stile dell'enoteca mescolava diversi aspetti ambientali, suggerendo percezioni sapientemente contrastanti, farmacia e taverna, biblioteca e lounge bar, sagrestia e museo, Chanel 5 e lardo di Colonnata: osservavo il tutto mentre il vino, dopo essere stato glorificato per qualche minuto in un elegante decanter, riempì la mia coppa fino al punto di circonferenza maggiore.

Gli archetti riflessero i garbati gradi e all'olfatto apprezzai il forte equilibrio di quella bottiglia proposta all'ottima temperatura di servizio; accolsi il vino dapprima tra palato e papille e, poi, volli catturare una splendida persistenza degustandolo e lasciandolo cinguettare sotto la lingua; dopo averne masticato l'essenza, mi decisi a farmi invadere la gola accorgendomi che avevo gli occhi socchiusi.

Mi complimentai con i sensi sazi e la soddisfazione di un frangente diVino per cui fui felice di pagare un costo onestissimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA