Hotel Rigopiano, dalle macerie estratto un altro uomo, è la quinta vittima del crollo

Continua l'attesa al Pronto soccorso di Pescara dopo la gioia alla notizia del ritrovamento di tutti e quattro i bambini. In mattinata l'arrivo di Francesca Bronzi, Vincenzo Forti e Giorgia Galasso. Non ce l'ha fatta il quarto uomo estratto dalle macerie. Alle 10 il nuovo triste ritrovamento tra le macerie. E poi di nuovo l'ansia per i 23 dispersi ancora intrappolati sotto la neve

PESCARA. Sono 11 e non dodici purtoppo i sopravvissuti fino a oggi della valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano. E purtroppo alle 10 è giunta la notizia della quinta vittima estratta dalle macerie dell'albergo: è un uomo di cui non sono state ancora fornite le generalità. Stanno tutti bene i bambini. La mamma e il suo Gianfilippo, 8 anni, estratti vivi dalle macerie dell’albergo distrutto mercoledì dalla slavina di Rigopiano. È cominciata così, ieri mattina, la lunga giornata del miracolo che si è conclusa con il salvataggio di altri tre bambini, Samuel, Edoardo e Ludovica, 7, 6 e 9 anni. E con la comunicazione ufficiale del Prefetto che intorno alle 21, dopo un incontro a porte chiuse quasi preteso dai familiari, in ospedale ha fatto i nomi di altre quattro persone che avevano risposto ai soccorritori con nome e cognome. Ma che non erano ancora state estratte. Alle 5,33 l'arrivo al pronto soccorso di Pescara di altre tre persone estratte vive dalle macerie: Francesca Bronzi, Vincenzo Forti e Giorgia Galasso.

Inizialmente sembravano non gravissime le condizioni del quarto sopravvissuto, un uomo. Un bilancio, alla fine, di sei persone salvate e 3 comunque vive che si aggiungono ai due superstiti che la sera del disastro erano causalmente fuori dall’hotel. Alla fine, 11 sopravvissuti e cinque morti accertati: i nomi "ufficiali" delle vittime sono quelli di Gabriele D'Angelo e Alessandro Giancaterino. Si attende l'ufficialità sui nomi delle altre tre vittime. I dispersi dovrebbero essere ancora 23.

È questo, in sintesi, ciò che resta della lunga giornata di attesa e speranza, di lacrime e felicità consumata da chi alla fine ce l’ha fatta. E da chi, almeno ufficialmente, ancora no. Il piazzale del pronto soccorso dell’ospedale è stracolmo di troupe televisive, giornalisti e forze dell’ordine, con i parenti che entrano alla spicciolata ognuno per suo conto, ognuno stretto nella propria disperazione. Non li ha chiamati nessuno, raccontano, nessuno li ha avvisati. Da soli, chi da Osimo, chi da Macerata, chi da Roma e dai vari centri abruzzesi coinvolti dal dramma, di fronte alle prime notizie diffuse dai media a inizio mattinata sulla presenza di persone vive nel resort hanno preso la macchina e si sono precipitate in ospedale. E in un clima di attesa surreale hanno iniziato ad aspettare, incoraggiati dalle prime due ambulanze che poco prima dell’una hanno portato madre e figlio, Adriana Vranceanu, 37 anni, e Gianfilippo Parete, moglie e figlio del primo superstite trovato fuori dalla struttura.

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È un via vai di ambulanze, con gli elicotteri pronti a fare la spola tra Rigopiano e aeroporto quando, intorno alle 13 arriva la notizia che dà il via all’ottimismo: è salvo anche Edoardo Di Carlo, il bambino di 9 anni di Loreto che si trovava nel resort con i genitori Sebastiano Di Carlo e Nadia Acconciamessa. A gridarlo a tutti è la zia Simona Di Carlo che dopo aver ricevuto la notizia attraversa quasi di corsa il piazzale del pronto soccorso e fa emozionare tutti: «È salvo, mio nipote è salvo, adesso aspettiamo i genitori. Se hanno preso lui ci saranno anche loro». È il momento di massimo ottimismo non solo per i familiari della famiglia di Sebastiano e Nadia, ma per tutti gli altri che aspettano e, anche, per tutti quelli che assistono al miracolo tra medici, forze dell’ordine e giornalisti. Comincia l’entusiasmo, anche se la tensione non scema, e anzi aumenta, quando l’elicottero che deve riportare Edoardo non arriva. Nell’attesa passano una, due tre, quattro ore, mentre le notizie rimbalzano e si rincorrono senza trovare però mai una conferma ufficiale. È questa mancanza di comunicazione che fa lievitare il nervosismo e la paura di chi aspetta conferme rispetto a quello che rimbalza dai siti, dalle agenzie e dalla televisione, megafono di quello che sta succedendo a Rigopiano. Dove la vera grande notizia del giorno è che i soccorritori a furia di scavare hanno individuato, grazie alle indicazioni degli architetti e della moglie del gestore, la zona del resort dove, grazie a una bolla d’aria, c’è ancora vita. Una vita che risponde con le voci dei sopravvissuti che da lì, da Rigopiano, anche con una flebile risposta alimentano la speranza di chi li sta aspettando.

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Ma se da lì il numero dei sopravvissuti fa ben sperare, in ospedale le conferme non arrivano. Condite piuttosto dal ritardo sempre più pesante dell’elicottero che deve portare Edoardo. Intorno alle 18, quasi cinque ore dopo l’annuncio del ritrovamento, Edoardo non arriva. Perché c’è la bufera in corso a Rigopiano e non si possono alzare gli elicotteri, perché poi c’è un’altra emergenza da affrontare e infine perché è buio e a quel punto l’elicottero dei vigili del fuoco non può più volare. Nel frattempo i dati che arrivano dalla Prefettura sono categorici: tre persone salve. E stop. È a metà pomeriggio che i familiari, allo stremo delle forze, non sanno più che farsene dell’appoggio degli psicologi: vogliono notizie certe e quando il direttore sanitario dell’Ospedale comunica alla stampa il numero dei ricoverati (la mamma, il padre e il bambino), tre persone in tutto sbottano e si mettono a urlare. «Vogliamo sapere anche noi», gridano. Il clima si fa pesante. Intorno alle 20 Edoardo e gli altri due bambini nel frattempo estratti ancora non sono arrivati quando, invece, arriva l’auto blu con il prefetto Francesco Provolo e il presidente della Regione Luciano D’Alfonso. È il momento di massima tensione quando il prefetto dopo una breve premessa, scandisce i nomi delle tre persone salve fino a quel momento. La disperazione copre la gioia, con le lacrime di chi non è stato nominato e la felicità di chi, invece, ha avuto la conferma che aspettava. Piange anche Piergiovanni che a 17 anni oltre al fratellino Edoardo sta aspettando la madre e il padre che risultano vivi ma non sono nell’elenco. «Solo dati ufficiali» ripete Provolo prima di andare a salutare Gianfilippo e i suoi genitori. Poi arriva finalmente l’elicottero della Guardia Costiera che porta Ludovica, Samuel ed Edoardo. È di nuovo la gioia.

I NOMI DEI SOPRAVVISSUTI AGGIORNATO ALLE ORE 8: Giampiero Parete, Adriana Vrancenau, Gianfilippo Parete, Ludovica Parete, Fabio Salzetta, Samuele Di Michelangelo, Edoardo Di Carlo, Giampaolo Matrone, Vincenzo Forti, Giorgia Galassi, Francesca Bronzi.

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