I concerti della vita, i vini della vite

Un lunedì di novembre: lavoro, riunioni, chiacchiere in gran parte inutili (le persone diventano sempre più petulanti o è la mia impazienza?).Finalmente sera e un'oasi mentale, prima ancora che fisica: una bomboniera -Bottega40- nella Pescara vecchia; un ristoratore con doti rare:professionalità,attenzione,simpatia! Cristian ci guida con passione: menù e scelta dei vini; soffermandosi sulle caratteristiche delle numerose bottiglie. Insieme alla mia ospite, scegliamo. Non so perché - e invece sì, pulire la mente e ricomporre le sensorialità profonde: vista, gusto, orecchio! - inizio un gioco: i vini scelti associati agli ultimi concerti della mia vita! Quale brano con quel vino? Lo stomaco morde ed ecco gli antipasti pregnanti e sapidi, come sempre. Il vino è un cerasuolo ValleReale'12: aromatico di rosa e fiori secchi ma con finale agrumato di pompelmo rosa. Un inizio apparentemente lieve, in realtà pieno e suadente come solo i nostri rosati sanno essere! Nell'orecchio aggalla il gioioso We are alive: giugno'12, Trieste, Springsteen in un concerto memorabile come l'entrata al naso dei profumi del cerasuolo! Con la chitarrina e lo stinco la scelta è il Montepulciano "Nativae" di Ulisse, tre bicchieri GamberoRosso: profumo intenso e persistente che dispiega i sentori di ciliegia e frutti rossi in un crescendo continuo: come Time Waits For No One dei RollingStones, luglio scorso, HydePark Londra: brano con uno straordinario assolo di Taylor e scritto per la paura del tempo che passa (Jagger e Richard avevano 30 anni!) "le ore sono come diamanti:non sciuparle!".Per accompagnare il dolce alla castagna centelliniamo e gustiamo il Plaisir passito di Zaccagnini, bouquet armonico e persistenza infinita come la straniante e viscerale Coney Island Baby di LouReed: che ricordiamo in una serata afosa - luglio'11, teatro d'Annunzio - lui insolitamente caldo ed empatico:come non sempre gli accadeva.