I conti del Comune all’esame di Legnini

Alessandrini mostra al sottosegretario la relazione dei revisori sulla grave situazione contabile

PESCARA. Marco Alessandrini è preoccupato per la grave situazione contabile del Comune di Pescara. Ieri il neo sindaco, secondo quanto raccontato da fonti bene informate, avrebbe incontrato il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini per metterlo al corrente del problema. Alessandrini avrebbe mostrato a Legnini la relazione che il neo primo cittadino si è fatto consegnare dai revisori dei conti venerdì scorso per avere un chiaro quadro della situazione contabile dell’ente. Poi, avrebbe chiesto il suo aiuto ad individuare eventuali risorse statali o europee cui il Comune di Pescara potrebbe attingere per superare i problemi di liquidità.

E il quadro fornito dal collegio dei revisori, secondo fonti del centrosinistra, sarebbe ben più drammatico di quello prospettato dalla Ragioneria generale del Comune. La Ragioneria, in un articolo pubblicato ieri sul Centro, ha parlato di un serio problema di liquidità, dovuto al mancato incasso di alcune imposte locali e alla sottostima degli introiti della Tares, la vecchia tassa sui rifiuti. Secondo la Ragioneria, mancherebbero all’appello oltre 25 milioni di euro. Denaro che dovrà essere trovato subito, altrimenti il Comune rischia di non avere più soldi entro il prossimo settembre. Ma nella relazione dei revisori verrebbero indicati anche problemi di cassa. «Ci sarebbero da coprire 35 milioni di euro di debiti con la Tesoreria», spiegano fonti del centrosinistra, «anticipazioni che l’amministrazione uscente ha utilizzato per i lavori, portando avanti una gestione dissennata dei conti pubblici». Secondo queste fonte, mancherebbero all’appello 4 milioni del fondo di solidarietà, 7 di mancati incassi della Tares, 9 per i soldi che l’Aca non ha versato ancora al Comune dopo il trasferimento delle reti idriche. La relazione del collegio, in sostanza, sarebbe molto simile a quella che lo stesso collegio aveva consegnato a marzo al sindaco uscente, all’assessore alle finanze uscente, al direttore generale e al segretario generale. In quella relazione si faceva presente che «da tempo i conti consuntivi hanno sempre dimostrato una minore riscossione di entrate correnti, per cui le corrispondenti spese correnti sono state finanziate con l’utilizzo di entrate in conto capitale con vincolo di destinazione mai reintegrate». «Pertanto», avevano avvertito i revisori, «il collegio evidenzia l’assoluta necessità di contenere nei limiti dell’indispensabile gli ordinativi di beni e servizi di parte corrente, ancorché impegnati o impegnabili per dodicesimi, in modo da consentire la graduale ricostituzione del fondo di cassa». «Diviene assolutamente prioritario e non differibile», avevano concluso i revisori, «una concreta ristrutturazione della spesa e un’incisiva azione di recupero delle entrate proprie». (a.ben.)

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