I costi dei Giochi, Febbo: troppi dubbi sulle gare d'appalto

L’assessore: "Inascoltate le mie denunce lanciate già due anni fa, trasparenza negata"

PESCARA. «A proposito dei 73 milioni di euro spesi per i Giochi del Mediterraneo, ma siamo sicuri che sia questa la cifra esatta?». Il giorno dopo la presa di posizione dell'ex direttore di Pescara 2009 Mario Di Marco, è l'assessore regionale Mauro Febbo a ripartire all'attacco con una lettera che lancia accuse. Anche a chi, così scrive Febbo, non ha indagato sulle spese dell'organizzazione: Febbo punta il suo dito contro «gli organi competenti» e si riferisce alle sue denunce rimaste inascoltate. Ma l'assessore, a due anni dalla fine dei Giochi, apre un altro fronte e si chiede: «Come si sono svolte le gare d'appalto?». La lettera di Febbo trasuda dubbi di favori.
L'ACCUSA. «Mi chiedo», così esordisce l'assessore all'Agricoltura, «se le mie tante segnalazioni fatte in questi quattro anni fossero state raccolte, recepite e prese in considerazione dagli organi competenti, tutto ciò si sarebbe potuto evitare senza gravare sulle tasche degli enti pubblici e dei cittadini?». La lettera di Febbo prosegue con una serie di domande: «A Di Marco vorrei chiedere di spiegarci, visto che non è ancora chiaro, come si sono svolte le gare d'appalto per assegnare i lavori? Chi ha deciso le ditte da invitare e come mai l'elenco dei fornitori non viene ancora reso pubblico? Come sono stati scelti i numerosi collaboratori e professionisti chiamati a offrire le loro prestazioni?». Febbo si riferisce alla spesa da otto milioni di euro per gli stipendi, compresi i compensi per i politici. «A questo proposito», prosegue, «anche l'onorevole del Pd Giovanni Lolli dovrebbe chiarire come mai tali prestazioni non sono state gratuite come lui stesso aveva preannunciato. Vale la pena per dovere di cronaca, riprendere il suo intervento nell'ottobre 2008: "Adotteremo un metodo di assoluto rigore, persino monastico nella scelta delle cose che si possono fare. Non si assumerà nessuno, non è l'occasione per risolvere i problemi occupazionali della regione"».
«SPERPERO». Per Febbo, la spesa per i Giochi del Mediterraneo è stata «uno sperpero» di soldi pubblici: 68 milioni di euro dallo Stato, quattro dalla Regione Abruzzo e il resto da Comunità europea, un pugno di sponsor e incassi. Il costo degli stipendi di Pescara 2009 è stato una parabola crescente: appena 145 mila euro nel 2007; 2.886.826 euro nel 2008; una cifra quasi raddoppiata nell'anno della manifestazione: 5.053.068 euro. In tre anni, il monte stipendi è arrivato a 8.085.461 euro.
«Finalmente», dice l'assessore, «l'opinione pubblica si sta facendo un'idea esatta sull'entità dello sperpero. Di Marco, anche se solo parzialmente, ha cominciato a fare un po' di chiarezza sulle spese esorbitanti per l'organizzazione di Pescara 2009 provando al contempo a scaricarsi da molte responsabilità». Per Di Marco, i costi dei Giochi non sono imputabili a lui: «Di Marco», ribatte Febbo, «afferma che nel momento del suo insediamento era già stata presa la maggiorparte delle decisioni per quanto riguarda la macchina organizzativa e che non avrebbe potuto agire per risparmiare sui costi che lui, oggi, determina nel 30 per cento. Forse Di Marco non ha dimestichezza con i conti: il 30 per cento di 73 milioni di euro è qualcosa pari a 21 milioni, cioè oltre 40 miliardi delle vecchie lire sic».
LE SPESE. Febbo lancia un appello a passare al setaccio le spese: «Anche se con clamoroso ritardo», dice l'assessore, «è necessario entrare nel dettaglio delle spese presentandole punto per punto. Questo sarebbe compito di Di Marco che dovrà rendere contro anche dei numerosi amici ed ex soci d'affari che hanno ricoperto ruoli di primo piano all'interno del comitato dei Giochi. Se lo avesse fatto un politico sarebbe stato crocifisso dai media e dall'opinione pubblica. Ma Di Marco ha rivelato di essersi dimenticato che due persone con cui aveva una società di marketing, addirittura dalla alla fine degli Novanta erano poi state nominate. Dobbiamo continuare a spulciare tra i certificati camerali se nelle compagini sociali delle ditte affidatarie ci sono parenti e amici di coloro che hanno percepito compensi?».
GLI STIPENDI. Il tema degli stipendi è un altro capitolo dell'attacco di Febbo: «Perché Di Marco non ci spiega come mai ci sono compensi pagati alle stesse persone sia come lavoro dipendente sia come lavoro autonomo? E le spese fatte alle gioiellerie a che cosa sono riferite e come sono state scelte?».
I DEBITI. Secondo Febbo, un legame di sprechi unisce Pescara 2009 ai campionati europei di basket Eurowomen svolti a Chieti due anni prima: «Il presidente Di Marco dimentica che proprio alcuni di quei personaggi erano membri anche del comitato che ha organizzato anche Eurowomen 2007 e con la stessa capacità manageriale hanno lasciato milioni di euro di debiti. Anche qui», sottolinea l'assessore, «mie denunce e segnalazioni inascoltate a fronte di debiti che, come spesso accade, ricadranno sulle spalle dei cittadini: basti pensare ai numerosi decreti ingiuntivi che hanno colpito l'amministrazione provinciale di Chieti guidata da Tommaso Coletti e Umberto Aimola». Febbo conclude così: «Credo sia giusto che tutti coloro che hanno contribuito a questi danni, come Coletti, comincino ad assumersi responsabilità ammettendo che Eurobasket e Giochi del Mediterraneo hanno lasciato segni forti: sperpero e debiti». (cr.pe.)

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