I negozi fanno causa al Comune «Risarcisca i mancati incassi»

I proprietari delle attività del centro sono pronti a chiedere i danni per la crisi degli ultimi due anni La Confesercenti presenta un documento con undici proposte sottoscritto dai candidati sindaco

PESCARA. Una “class action” contro il Comune finalizzata a chiedere un adeguato risarcimento per i mancati introiti dai parte dei commercianti negli ultimi due anni. Una proposta che si fa strada tra negozi e locali del centro, alla luce delle difficoltà degli ultimi anni, non solo legate alla crisi economica del momento, ma anche – almeno secondo loro – a scelte logistiche portate avanti dalla giunta comunale. Prima fra tutte, la chiusura di Corso Vittorio per i lavori di riqualificazione. «Stimiamo una perdita che si aggira intorno al 50% degli incassi, almeno per quanto mi riguarda direttamente», valuta Daniela Caserta, titolare del negozio di abbigliamento Autore all’angolo tra via Roma e via Firenze.

«La chiusura del Corso ci ha dato la “mazzata” definitiva, ma è solo l’ultima delle difficoltà con cui abbiamo avuto a che fare. Ci sentiamo abbandonati e l’amministrazione non viene incontro alle esigenze dei nostri clienti. Per questo motivo, abbiamo scelto di portare avanti quest’azione rivolta contro la giunta Mascia, contro chi ha governato questa città e si è rivelato insensibile, incapace e anche un po’ presuntuoso nel non ascoltare le nostre istanze. Un’idea che è partita da Aldo Marino, titolare di un’ottica della zona, e che vorrà seguita anche da uno staff legale». La signora Caserta ha seguito l’incontro con i nove candidati sindaci di Pescara in piazza Salotto promosso da Confesercenti. Un’occasione per presentare una piattaforma con undici impegni precisi da portare avanti nella prossima consiliatura. Le richieste delle principali categorie economiche pescaresi, ossia commercianti, operatori turistici, artigiani e imprenditori dei servizi, sono state racchiuse in un documento elaborato dalla Confesercenti che, sette dei nove aspiranti primo cittadino, hanno sottoscritto. Unici assenti, per impegni concomitanti, Luigi Albore Mascia (Forza Italia) e la candidata grillina, Enrica Sabatini, mentre Vincenzo Serraiocco (Lista civica Serraiocco sindaco) ha sottoscritto solo alcuni punti, lamentando di aver visto pochi commercianti all’incontro. «Inutile pensare a una consulta sul commercio che di solito viene riempita di gente che ha anche competenze inadeguate», ha spiegato, «quando c’è solo bisogno di raccogliere le idee degli addetti ai lavori e portarle avanti in maniera sistematica».

Il presidente di Confesercenti Raffaele Fava (ha suggerito che commercio e turismo facciano capo a un solo assessorato) e il direttore Gianni Taucci hanno illustrato il documento, ricevendo proposte e controdeduzioni. «Con le sue 4mila piccole e medie imprese attive», hanno spiegato i vertici di Confesercenti illustrando la piattaforma, «il terziario è il polmone di Pescara, e la crisi dell’edilizia ha fatto sì che sia rimasto l’unico. Molto in questi anni è stato detto a favore del rilancio del settore: pochissimo, invece, è stato fatto concretamente. E su tutto pende un enorme rischio, l’isolamento totale». Il rischio concreto, anche nell’immediato, vede l’esclusione di Pescara e dell’Abruzzo dai corridoi europei e dunque dalle rotte che definiranno le economie e gli spostamenti per i prossimi decenni è una realtà. Di qui la proposta di invertire la rotta, nella consapevolezza che la crisi del terziario e della piccola impresa pescarese «nasce da scelte sbagliate adottate negli ultimi venti anni», come viene ricordato anche sul documento: «un’urbanistica che ha privato migliaia di pescaresi della possibilità di avere un commercio di vicinato specialmente in periferia, una regolamentazione commerciale pensata esclusivamente per la grande distribuzione e le catene nazionali, una invasione massiccia – oltre ogni ragionevole criterio di sostenibilità e domanda interna – di centri commerciali». Non a caso, Loredana Di Paola, della lista civica “L’altra città” ha ricordato di aver contribuito a portare avanti una moratoria sull’insediamento dei centri commerciali. «Il centro di Pescara», ha detto, «dovrebbe essere trasformato in un parco, che costituisca un’attrattiva turistica e commerciale». Guerino Testa (Ncd) e Alessio Di Carlo (La Grande Pescara) hanno valutato attentamente le proposte. Testa è interevenuto sull’imminente riapertura di Corso Vittorio: «Bisognerà valutare come regolare il traffico, tenendo conto del nuovo asse stradale». Pronto a recepire la piattaforma Marco Alessandrini del Pd, mentre Roberto De Camillis, Florio Corneli (candidati con due liste civiche) hanno ricordato lanecessità di garantire infrastrutture adeguate e abbassare il costo dei parcheggi.

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