I prof “esiliati” tornano in Abruzzo tra gioia e amarezza

Tra i docenti rientrati grazie alle assegnazioni provvisorie da Lombardia, Emilia, Veneto: «Ma la battaglia continua»

PESCARA. Con la legge sulla buona scuola sono diventati insegnanti di ruolo, ma non si sono mai sentiti così precari. I docenti, prevalentemente di sostegno, esiliati nelle scuole del nord per effetto della 107, hanno vinto la battaglia di essere inseriti nella graduatoria delle assegnazioni provvisorie che ha dato loro la possibilità di tornare in famiglia e a insegnare nelle scuole indicate tra una rosa di quindici preferenze. Dagli istituti di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Marche e Umbria, dove erano stati assegnati, hanno rifatto le valigie e sono tornati a casa. Da un paio di giorni hanno preso, o ripreso, servizio nelle scuole di Pescara, dislocati soprattutto all’alberghiero De Cecco dove è più alta la concentrazione di studenti diversamente abili, circa un centinaio. Dal prossimo anno si replica perché il mandato di assunzione fuori regione è di tre anni.

Addolorata Sergio, 40 anni, insegnante di materie giuridiche ed economiche, non è rimasta a Treviso perché ha chiesto il congedo parentale con due gemelli di otto mesi da allattare e un fratello disabile convivente da accudire con il sostegno della legge 104: «È una vittoria a metà», commenta, «perché i prossimi due anni, se non cambieranno le regole, dovremo rifare la stessa trafila: concludere l’anno scolastico a giugno e ricompilare le domande di assegnazione provvisoria, poi attendere gli esiti con l’ansia e la paura di rimanere fuori casa per un altro anno. Farò ricorso al giudice del lavoro, perché il ministero non accetta le conciliazioni, per ottenere l’assegnazione definitiva». Da due giorni è in forza all’alberghiero De Cecco, classe terza enogastronomia sezione F, una sola alunna da seguire. «Sono contenta», conclude, « di aver ripreso a lavorare in ruolo, dopo anni di precariato tra il Manthonè, le scuole di Popoli e Torre de' Passeri, ma stavamo meglio quando stavamo peggio. Il mio pensiero va agli insegnanti di materia, per loro meno posti disponibili rispetto ai nostri 260 in tutta la provincia e 79 a Pescara».

Mario Iannaccone, 34 anni, docente di educazione fisica e di sostegno, tornato all’Aterno Manthonè dove lo attendevano i suoi studenti, Francesca Di Meo e Gianluca Della Volpe è stato accolto «con calorosi abbracci, il bentornato della preside Antonella Sanvitale e dei colleghi». Iannaccone, tornato anche trai suoi 200 allievi della Pescara basket, voleva essere presente alla nascita del primo figlio, a febbraio: «Non ci speravo più, ma quando mi hanno comunicato la notizia del ritorno, il 19 scorso, sono corso a salutare i colleghi e partito. Nel pomeriggio ero a scuola a fare la presa di servizio. In questi 15 giorni a Sarnico, in provincia di Bergamo, ho speso quasi tutto lo stipendio, 1300 euro, tra affitti, spesa, viaggi andata e ritorno e due case aperte».

Cattedra provvisoria «rinnovabile anno per anno» anche per Carla Palumbo, 47 anni, tornata da Vicenza in congedo parentale per seguire la piccola Vittoria, 6 anni. All'Ipssar De Cecco, dove ha preso servizio da qualche giorno, «sono disponibili una trentina di posti su venti occupati. La preside Alessandra Di Pietro ci ha accolti a braccia aperte, si è riaccesa la luce dopo le ombre sul viso di mia figlia che tra le lacrime mi diceva: se te ne vai, con chi starò?».

Vittoria “dolceamara” anche per Filomena Papola, in servizio alla De Cecco, tornata da Correggio «per proseguire la nostra battaglia con i nastrini rossi» del neocoordinamento abruzzese presieduto da Francesca Carusi.

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