la contestazione a manoppello

I residenti: «Basta con il parroco disponibile part time»

MANOPPELLO. L’anno a Manoppello si è aperto con l'arrivo di un nuovo parroco don Arnaldo La Cioppa che ha preso il posto di don Nicolino Santilli, a sua volta, dopo un impegnato servizio di alcuni...

MANOPPELLO. L’anno a Manoppello si è aperto con l'arrivo di un nuovo parroco don Arnaldo La Cioppa che ha preso il posto di don Nicolino Santilli, a sua volta, dopo un impegnato servizio di alcuni anni, inviato alla parrocchia di Torrevecchia Teatina, ricadente come Manoppello ed i centri della sponda destra del Pescara, nella diocesi di Chieti-Lanciano-Vasto amministrata dall'arcivescovo Bruno Forte. I parrocchiani lo accolsero a braccia aperte e lo amarono da subito: ai manoppellesi rimasero impresse le sue parole di esordio nella presentazione della sua missione pastorale, assicurando ascolto e condivisione e unità d'intenti alla sua comunità di fedeli.

Proprio quello che i parrocchiani desideravano e che fino ad allora aveva garantito il suo predecessore don Nicolino. Oggi, però, nella comunità cittadina si sente la sua mancanza, perché don Arnaldo vive a Chieti e si reca solo alcune ore al giorno a Manoppello per l'assolvimento delle funzioni religiose. I manoppellesi che invece ci tengono ad avere un parroco tutto per loro se ne dolgono e Giovannino del Bianco con i suoi 92 anni e con la sua mente lucidissima che gli consente di esercitare ancora l'attività di manager in una holding di grandi dimensioni del territorio, vuole farne una sorta di confessione pubblica, incarnando anche il sentimento dei compaesani.

Lo fa, e con amarezza. «Triste realtà», scrive, «per un paese che vanta un passato glorioso, città, contea e con quattro chiese: San Francesco, San Rocco, San Pancrazio e San Nicola, in passato gestite anche da tre sacerdoti. Oggi però il parroco è disponibile part-time ed è in servizio soltanto per qualche ora al giorno. Non risiede in paese, nonostante gli innumerevoli appartamenti disponibili e addirittura palazzi residenziali e nobiliari che potrebbero essere messi a disposizione».

«Mi chiedo», va avanti Del Bianco, «e se lo chiedono tutti i cittadini di Manoppello: perché il nostro parroco risiede a Chieti? Perché non si occupa di riunire i giovani del paese che sono tanti e volenterosi? Perché il clero si disinteressa dei nostri problemi? Perché il parroco non avverte e vive i palpiti di questo magnifico paese? La nostra città ha bisogno di una rinascita anche spirituale ed il parroco deve prendersi questa impegno e responsabilità».

Walter Teti

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