I residenti: siamo impauriti, ma rattristati

Il portavoce Ventresca: da queste parti non siamo abituati ai plantigradi, contiamo solo i danni

PETTORANO SUL GIZIO. Più volte hanno sollecitato interventi mirati a tutela della popolazione e dell'orso.

Ma dopo il ritrovamento della carcassa del plantigrado non nascondono la loro tristezza.

I residenti di Vallelarga, frazione di Pettorano sul Gizio, attraverso Domenico Ventresca, tornano a sottolineare la gravità della situazione.

La morte dell’orso è una brutta tegola per tutti: quelli che sono dalla parte della presenza del plantigrado e anche di chi non lo vorrebbe vedere vicino ai centri abitati.

Qual è il vostro stato d'animo adesso, c'è ancora paura per le incursioni dell'orso?

«Non abbiamo mai detto che volevamo la morte degli orsi, anzi, il ritrovamento di questo esemplare senza vita ci ha profondamente rattristato. Ma resta la paura. Qui, da un paio di mesi, non si vive più. Le incursioni sono continue e si stanno registrando parecchi danni tra allevatori e agricoltori».

È possibile la convivenza fra uomo e orso? Alcune zone dell' Abruzzo si identificano con la presenza del plantigrado.

«Certo che è possibile convivere con gli orsi, ma non a Pettorano sul Gizio. Qui non siamo in montagna, siamo alle porte di Sulmona, la popolazione non è abituata a simili incontri e soprattutto non ci sono tutele. Inoltre, va sottolineato che alcune località montane hanno saputo sfruttuare la presenza del plantigrado sul fronte turistico, a Pettorano, invece, si contano solo i danni».

Pensate di intraprendere altre iniziative per risolvere il problema delle incursioni notturne dell'orso?

«Torniamo a ribadire con fermezza che gli enti preposti devono intervenire. Gli orsi devono vivere nel loro habitat e non entrare nei cortili delle abitazioni. Rimaniamo fermi nella nostra posizione anche se nessuno di noi vuole minimamente che agli animali venga fatto del male. Questo deve essere chiaro a tutti».

Chiara Buccini

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