I tagli della Provincia:  il Conservatorio resta senza linea telefonica 

Dal 29 giugno la struttura non è più raggiungibile via cavo Il direttore: «È un danno per la scuola e per tutta la città»

PESCARA. «Il numero chiamato è inesistente». È una voce registrata a comunicare che il Conservatorio di musica “Luisa D’Annunzio di Pescara” non è contattabile telefonicamente dall’esterno.
La struttura, che conta circa 800 studenti e 120 docenti, è senza linea telefonica dal 29 giugno, quando il servizio è stato interrotto a seguito di una decisione della Provincia di Pescara. La comunicazione che sarebbe avvenuto era arrivata in viale Muzii il 10 aprile, con una lettera che annunciava lo stop al pagamento di tutte le utenze e delle manutenzioni. E il mese scorso il taglio c’è stato, cominciando dal telefono.
Solo una settimana fa il direttore del Conservatorio Alfonso Patriaca, il presidente Enzo Fimiani e il vide direttore Piero Binchi sono riusciti ad incontrare il presidente della Provincia Antonio Di Marco per parlare di questo problema e cercare una soluzione. La disponibilità a uscirne c’è. Ma il Conservatorio resta irraggiungibile, via cavo. «È un problema grosso», dice Patriarca. «Non si può lasciare una scuola senza telefono», tanto più che al Conservatorio l’attività non si interrompe mai. In questi giorni, ad esempio, sono in corso gli esami di ammissione (sono arrivare ben 380 domande), ma poi durante l’anno ci sono le lezioni, oltre a concerti, saggi, master class e workshop. L’unico periodo calmo è «ad agosto».
Le ultime settimane sono state difficili, inutile nasconderlo. E non si sa a cosa si va incontro perché neppure il ministero, a cui si è rivolto il Conservatorio, è stato in grado di districare la matassa «e si sta adoperando per capire». La Provincia si sarebbe mossa «in attuazione della legge Delrio del 2014, che ha ridotto le competenze di questi enti, e in seguito alla riforma dei Conservatori (che risale al 1999)». E sarebbe stata spinta dai problemi di cassa. Patriarca preferisce «non entrare nel merito della decisione» ma una cosa vuole dirla, e riguarda «la tempistica». «Non è possibile inviare comunicazioni di questo genere il 10 aprile, quando il bilancio è stato già approvato. Se lo avessimo saputo prima avremmo cercato di risolvere tutto, magari sedendoci attorno a un tavolo anche con il Comune e la Regione, per fronteggiare le spese. Questa sarebbe stata e sarebbe tuttora la soluzione migliore per il Conservatorio, che è una scuola che funziona e che attrae. Ma sarebbe la soluzione migliore anche per la città, che subisce un danno. Anche perché non abbiamo la possibilità di rivolgersi a un nuovo gestore telefonico e attivare un contratto in quattro e quattrotto, ma dobbiamo promuovere un bando e seguire la procedura. E non sono cose che si fanno in una settimana», dice il direttore.
Con la Provincia si è cercato di trovare un rimedio. «Abbiamo chiesto di riattivarci il contratto per il telefono e di rifarsi su di noi per le spese. Pare che si potrebbe seguire questa strada» ma è presto per dirlo e si attendono risposte ufficiali. Non si sa nulla, invece, se sarà seguito lo stesso iter anche per l’energia elettrica. E «se dovessero staccarci la luce si fermerebbe tutto». Sul fronte delle manutenzioni, invece, la Provincia ha comunicato che effettuerà un sopralluogo per la caldaia, che è rotta.
Patriarca non esclude affatto «che il Conservatorio possa affrontare in maniera autonoma le spese delle utenze. Ma va fatta una programmazione diversa, in bilancio. E non è questo il momento dell’anno». Tra l’altro, bisogna valutare se andranno «toccate» le tasse.