I tesori di Moscufo rivedono la luce

Ritrovati i resti di una villa romana e di un convento medievale

MOSCUFO. Ora il tesoro di Moscufo è davanti ad occhi stupiti. La Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo, diretta da Andrea Pessina, in collaborazione con i volontari dell'Archeoclub di Pescara e con il Comune di Moscufo, ha riportato alla luce le tracce del monastero alto-medievale di Santa Scolastica in Pischiarano. Accanto ci sono i resti di una villa ancora più antica.

Nella campagna di Pischiarano, frazione di Moscufo, c'è un terreno di circa 2 ettari. Appartiene a più proprietari, che sin dall'inizio si sono dimostrati sensibili all'argomento. Ad appena 50 centimetri di profondità gli archeologi, coadiuvati dal direttore competente della Soprintendenza per la provincia di Pescara, Andrea Staffa, hanno trovato le mura e alcuni elementi dell'antico convento femminile, già ricordato nel Memoratorium dell'Abate Bertario del IX secolo e poi annoverato tra i beni dell'abbazia di Montecassino. Si tratta di una struttura posta ai margini del fiume Tavo. L'edificio che, secondo una prima stima dei tecnici, dovrebbe estendersi su una superficie di 30 metri per 12, suddiviso in 2 campate, sarebbe stato fino al 1212 alla dipendenza di Montecassino.

«Era un convento femminile», precisa Staffa, «tenuto in grande considerazione dai longobardi. Il monastero possedeva un esteso patrimonio territoriale, ed è stato per lungo tempo uno dei luoghi di culto più venerati di Moscufo, in particolare dalle madri». Si dice che presso quella chiesa antica vi fosse una fonte alla quale le donne prive del latte materno andassero a venerare Santa Scolastica. «Bagnandosi il seno con l'acqua benedetta per poterne ottenere la grazia», dice l'assistente tecnico-scientifico della Soprintendenza Osvaldo Corneli. Il monastero sorgeva sulla strada romana che collegava Atri, Penne e Pescara. Della costruzione sacra, fatta di pietre di fiume, emergono le mura, alcuni angoli e una porzione di spazio circolare che farebbe pensare a un abside. Nello stesso luogo gli archeologi hanno trovato uno scheletro umano, forse di un bimbo.

«In vari punti», continua Corneli, «sono state reperite tracce di intonaco affrescato di colore bianco, nero e rosso e alcuni elementi di ceramica». Santa Scolastica non è l'unico tesoro della frazione di Pischiarano: nelle adiacenze del monastero affiorano altre mura, di tipo diverso. Sono a un metro dalla superficie, in alcuni tratti spesse più di un metro e mezzo. Sembrerebbe un abitato antico di epoca romana, datato attorno al primo secolo A.C.

«Le prospezioni geo-elettriche effettuate farebbero pensare a una villa romana di importanti dimensioni», spiega Domenico Orlando, presidente del consiglio comunale di Moscufo con delega alla valorizzazione dei siti archeologici. Una costruzione preesistente che nel tempo avrebbe accresciuto la sua importanza tanto da favorire l'insediamento del monastero, in parte realizzato proprio con i materiali dell'antico abitato. Ieri, il presidente della provincia di Pescara Guerino Testa ha effettuato un sopralluogo sul sito. Erano presenti, oltre a Orlando, il sindaco di Moscufo Alberico Ambrosini, l'assessore alla cultura Emanuele Faieta e quello all'Associazionismo Francesco Luciani. «Siamo orgogliosi di avere un tale patrimonio nel nostro comune», ha sottolineato il sindaco.

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