I vicini: «Con Di Santo mai alcun litigio»

La famiglia che abita nella villetta di Villanova e proprietaria della Golf incendiata esclude conflitti con il latitante

CEPAGATTI. La famiglia Napoleone si è accorta che qualcosa non andava quella sera, quando è scattato l'allarme della Golf, data alle fiamme. Si tratta degli inquilini del piano di sopra della casa di Villanova di Cepagatti dove è stata realizzata martedì notte una trappola esplosiva. E mentre gli investigatori cercano ovunque Roberto Di Santo, è Fabrizio Masciangelo, legale della famiglia che abita al piano superiore della villetta dove risiede lo stesso Di Santo, a precisare alcuni aspetti legati al rapporto tra i suoi assistiti e il bombarolo di Villanova.

«Ovviamente, ci costituiremo nel processo penale», chiarisce l'avvocato del Foro di Chieti, «ma la famiglia tiene a precisare che con Di Santo non c'erano mai stati litigi». La famiglia Napoleone è composta da Loris e Francesca, una coppia di coniugi giovani, e dal loro bimbo piccolo. Hanno comprato casa qualche anno fa, proprio quando acquistò l'appartamento la sorella di Di Santo, che lì avrebbe vissuto fino a un paio di mesi fa.

«Quella villetta ha sempre presentato problemi, soprattutto al piano inferiore», precisa il legale, «roba di infiltrazioni di umidità, a esempio; potrebbe esserci una falda che provoca continue perdite di acqua; cosa che non accade al piano di sopra. Ma tra i vicini di casa non vi erano state mai discussioni né con la sorella di Di Santo, né tantomeno con lui stesso».

«Anzi», prosegue il racconto Masciangelo, «Di Santo e il mio assistito hanno persino lavorato insieme ad alcune piccole opere di ristrutturazione della villetta, giacché il vicino era bravo in questi mestieri».

Insomma, rapporti sempre tranquilli, sembra, qualche nervosismo legato a problemi strutturali della casa, ma nulla di che: «Questioni sempre risolte trovando una soluzione», puntualizza l'avvocato. Il rapporto dei Napoleone con Di Santo, inoltre, era cominciato pochi mesi fa, quando il 58enne di Roccamontepiano si era insediato nell'appartamento con il suo camper. Poi, martedì scorso, l’incendio dell’auto e l’inizio dell’escalation.

«Quel giorno il mio cliente ha avvertito l'allarme della macchina, ha capito che qualcosa non andava e ha chiamato subito il comando dei vigili urbani», prosegue ancora il legale, «che erano stati già avvisati da Di Santo degli ordigni». Una tragedia evitata, tanto spavento per la famiglia, ma oggi restano i danni causati dalle esplosioni provocate dagli artificieri, necessarie per rendere innocue le bombole piene di Gpl che lo stesso Di Santo aveva ben descritto nel videomessaggio contenuto nel cd lasciato in giardino.

«I danni? Tanti», assicura il legale, «morali e materiali, e questi ultimi sono in fase di valutazione. Abbiamo nominato un perito che domani effettuerà un sopralluogo. Certo, la parte maggiormente danneggiata riguarda il giardino, un muretto e una finestra. I miei clienti hanno comunque fiducia nel lavoro della magistratura, ma senza riuscire a spiegarsi il perché di questo pericoloso gesto».

Paola M.S. Toro

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