Ici, l'amministrazione sblocca i rimborsi attesi da sette anni

Molte delle pratiche riguardano l'applicazione dell'Ici sui terreni. Contribuenti che hanno applicato l'aliquota, indicata per terreni edificabili, su terreni a destinazione agricola o artigianale. Errore simile per le abitazioni

PESCARA. Sette anni per ricevere i rimborsi dell'Ici. Ma ora, dopo tanta attesa, i contribuenti saranno finalmente accontentati. L'amministrazione comunale ha sbloccato le pratiche per la restituzione di imposte versate in più, o non dovute. 

I cittadini interessati a ricevere i rimborsi sono 60. La giunta ha stanziato 30.327 euro per saldare i debiti con questi contribuenti.  «Alla fine dell'anno scorso», ha spiegato l'assessore ai tributi Eugenio Seccia, «i nostri uffici ci hanno ufficializzato un'anomalia: nei cassetti giacevano da anni richieste di rimborso da parte di utenti che addirittura nel 2003 avevano effettuato pagaMolte delle pratiche riguardano l'applicazione dell'Ici sui terreni. Contribuenti che hanno applicato l'aliquota, indicata per terreni edificabili, su terreni a destinazione agricola o artigianale. Errore simile per le abitazioni, alcune conteggiate come seconde abitazioni, anziché come abitazioni principalimenti Ici non dovuti. Si tratta del rimborso di quote Ici versate erroneamente in forma di autotassazione, ossia utenti che magari avevano effettuato i relativi conteggi in modo autonomo, senza un supporto professionale, avvalendosi degli strumenti disponibili, come i moduli d'istruzione, ma che in seguito si sono resi conto di aver pagato troppo».

«Altri invece», ha aggiunto Filippello, «hanno versato somme in eccedenza in seguito ad attività di accertamento, ma anche in questo caso sono poi emersi casi di errati conteggi». 

Molte delle pratiche riguardano l'applicazione dell'Ici sui terreni. Contribuenti che hanno applicato l'aliquota, indicata per terreni edificabili, su terreni a destinazione agricola o artigianale. Errore simile per le abitazioni, alcune conteggiate come seconde abitazioni, anziché come abitazioni principali, o magari senza tener conto delle agevolazioni previste, per esempio, sulle abitazioni concesse in comodato gratuito a figli o parenti diretti.  «L'amministrazione», ha affermato l'assessore al bilancio Eugenio Seccia, «ha disposto verifiche e riconteggi che hanno fatto emergere 60 pratiche di rimborso urgenti, ferme dal 2003».

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