Il barista che ha rimosso le slot

Corso Vittorio Emanuele, al suo locale il bollino blu della campagna Slotmob: «Così salvo le famiglie»

PESCARA. L'ultima slot machine è stata disattivata dal Bar delle rose circa 3 anni fa. Al posto di quelle macchinette mangiasoldi che attirano ogni giorno centinaia di persone, determinando spesso drammi familiari, casi di suicidi per i troppi debiti e usura, oggi c'è un'ampia cucina. Andrea Mariani, responsabile dell'esercizio commerciale in corso Vittorio Emanuele, è stato tra i primi a Pescara a sbarazzarsi definitivamente di quegli apparecchi che creano dipendenza da gioco d'azzardo.

Una scelta coraggiosa e per nulla indolore dal punto di vista dell'indotto, ma remunerativa se si guarda all'esempio e al bene comune. Oggi, nella giornata nazionale dedicata alla campagna Slotmob, il Bar delle rose sarà premiato con il bollino blu di "bar libero da slot". Un'iniziativa che si svolge in contemporanea in 50 città italiane, nell'ambito di un'azione di promozione avviata da diversi esponenti della società civile per tentare di combattere il problema del gioco d'azzardo legalizzato.

La ludopatia è un fenomeno che nel 2012 ha coinvolto circa 800mila persone, per un giro d'affari che ha toccato quota 80 miliardi di euro giocati, con un incasso netto da parte dello Stato di 8 miliardi. Pescara è tra le città più colpite: si stima che lo scorso anno la spesa media pro capite per il gioco d'azzardo sia stata di 1.536 euro, mentre 140 cittadini si sono rivolti al Servizio per le dipendenze patologiche (Serd) della Asl. I soldi facili però non hanno mai convinto fino in fondo i titolari del Bar delle rose, al punto da aver deciso in autonomia di liberarsi delle slot-machine e rinunciare così a una fetta considerevole di clienti. «Avevo semplicemente un'idea diversa del bar», si schernisce Mariani, «ho preferito puntare sulla ristorazione di qualità e sul servizio ai tavoli. Togliendo le macchinette non ho più i grattacapi collegati al gioco, come la gente che si piazza nel locale da mattina a sera. Certo si perdono bei soldi, ma al tempo stesso si evita di rovinare parecchie famiglie. E questo mi basta». Prima dello Stato e delle istituzioni, a riconoscere il valore della scelta compiuta dal Bar delle rose sono stati Luisa Giurisato e Denis Manzionna, referenti pescaresi della campagna nazionale Slotmob, che hanno deciso di organizzare un momento di svago «per dire insieme, da liberi cittadini, che non vogliamo il gioco d'azzardo nelle nostre città». L'appuntamento è alle 16,30 all'interno dell'esercizio in corso Vittorio: si comincia con un incontro in cui saranno approfonditi alcuni aspetti e problematiche del gioco d'azzardo assieme a un team di esperti, seguirà un torneo di biliardino per promuovere i valori di un gioco sano e, infine, la premiazione con il bollino blu di "bar libero da slot". L'auspicio degli organizzatori è che in futuro anche altri esercizi seguano questo esempio positivo e decidano di rinunciare alle slot-machine. «In fondo», dicono, «se da oggi scegliessimo di acquistare solo nei bar senza slot, il problema sarebbe già risolto: nessun barista sarebbe disposto a offrire sul mercato un prodotto che nessuno domanda. E' la logica del mercato, ma utilizzata per scopi etici».

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