Il Comune: niente aumenti per le mense scolastiche

L’assessore Fidanza risponde alle critiche del grillino Anelli sulla gara d’appalto «Le famiglie spenderanno la stessa cifra: 6,20 euro è il costo a carico dell’ente»

MONTESILVANO. «Le famiglie possono stare tranquille perché il costo dei buoni pasto resterà invariato». A rassicurare i cittadini sul futuro servizio di refezione scolastica è stato l'assessore al bilancio Enzo Fidanza, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il dirigente del settore Bruno Terenzi e il segretario generale Alfredo Luviner. All'origine del chiarimento un'interrogazione presentata dal consigliere del Movimento 5 stelle Manuel Anelli, che aveva espresso perplessità sulla gara d'appalto che prevede un costo di 6,20 euro a pasto. Ora arrivano le risposte da assessore e dirigente agli interrogativi che nei giorni scorsi avevano allarmato le famiglie. In particolare ad animare il malcontento cittadino l'equivoco legato al prezzo dei buoni pasto.

«Il costo è di 2,15 euro per le scuole dell’infanzia e di 2,68 per quelle primarie e secondarie», ha spiegato Fidanza, «mentre 6,20 euro è il prezzo posto a base d’asta per un servizio integrato», che prevede dunque anche il confezionamento, il trasporto, la preparazione dei locali e il ripristino finale di questi ultimi.

Precisazioni anche in merito alla data del 31 ottobre che «non era la scadenza del bando di gara», hanno spiegato, «ma il termine entro il quale le ditte interessate potevano chiedere di essere invitate a partecipare alla gara, iter tipico della procedura ristretta». E sempre in merito al bando di gara Terenzi ha chiarito che «contrariamente a quanto sostenuto dal consigliere Anelli si tratta di un bando di gara europeo, infatti trattandosi di un appalto di rilevanza comunitaria, il procedimento concorsuale rispetta le prescrizioni imposte dal codice degli appalti pubblici in materia di pubblicazioni». Quanto alla scelta della procedura ristretta, criticata da Anelli, «è stata adottata», ha affermato l'assessore, «a tutela della cittadinanza e del Comune per evitare che chiunque potesse partecipare»; inoltre, «lo stesso codice degli appalti pubblici, la dichiara preferibile», ha aggiunto Terenzi, «quando l'aggiudicazione del contratto è prevista con il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa», come appunto in questo caso.

Assessore e dirigente hanno poi giustificato il requisito relativo alla distanza massima (non superiore a 15 km) del centro di cottura dei pasti, con una maggiore qualità del servizio. L'assessore ha, infine, annunciato importanti novità: possibilità di esenzione anche fuori termini di scadenza in caso di trasferimento; aumento da 200 a 250 del numero di utenze che possono usufruire dell’esenzione in base al reddito; numero di esenzioni illimitate per chi usufruisce della legge 104 (in questo caso il reddito richiesto passa da 6000 a 7500 come previsto già dal piano sociale di zona); qualora prevista, esenzione applicabile a tutti i figli minori; introduzione di una commissione permanente di valutazione dei cibi. Numeri alla mano, il servizio prevede la fornitura di circa 150/160 mila pasti annui, per il quale il Comune ha un costo di 950 mila euro l'anno, a fronte di un incasso che si ferma ai 350mila circa. Questo perché, oltre ai pasti dedicati alle scuole (24 plessi più 2 asili), vanno considerati quelli destinati alla casa-famiglia, alle mense di solidarietà e agli anziani soli. Alla gara hanno partecipato tre aziende (ma le buste non sono state ancora aperte); entro il 22 novembre dovrebbe essere pronto il capitolato speciale d'appalto.

Antonella Luccitti

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