Il gip: D’Alfonso, i lavori nelle case unico profitto

Ieri la sua prima uscita pubblica: visita ai cantieri, poi l’abbraccio della gente.

«Le due ristrutturazioni edili contestate costituiscono l’unico profitto autenticamente personale ascrivibile a Luciano D’Alfonso. Gli altri, compresi i viaggi, lo stipendio e un’auto per un assistente, e le cene ascritte al Toto, sono finalizzati essenzialmente a sostenerne l’immagine pubblica». Il gip Luca De Ninis opera un distinguo sulle presunte responsabilità del sindaco dimissionario di Pescara.

Lo fa nella stessa ordinanza con la quale, alla vigilia di Natale, gli ha restituito la libertà, e nella quale la prova della corruzione è ritenuta rafforzata dopo l’interrogatorio dell’ex dipendente della ditta De Cesaris, Antonio Ciccarini, che ha fissato all’estate 2005 - senza però esserne sicuro - i lavori di ristrutturazione effettuati sia nell’immobile della nonna di D’Alfonso, a Lettomanoppello, sia nella casa pescarese di via Salita Zanni.

Interventi che invece D’Alfonso colloca rispettivamente nel 2002 e nell’ultimo trimestre del 2003 e che pm e gip - in base alle utenze e attribuendo a Ciccarini un errore di un anno - fissano invece al 2004, cioè all’epoca del project financing per la gestione dei cimiteri, che avrebbe costituito dunque la contropartita di quei lavori.

«Proprio la tensione verso condotte di arricchimento privato», spiega il gip in quel provvedimento, «è l’elemento che, pur avendo lo scrivente condiviso integralmente l’impostazione cautelare del pm, è apparso il dato meno appariscente dell’impianto accusatorio, avuto riguardo all’entità e alla natura delle remunerazioni “private” contestate in rapporto all’importo degli appalti aggiudicati o attesi».

E’ il riconoscimento del disvalore tra l’entità dei project financing (18 milioni per i cimiteri, quasi il triplo per la gestione dell’area di risulta) e i lavori nelle case per poche migliaia di euro, che però, sempre secondo il gip, «seppure non ingenti, certamente hanno costituito un valore apprezzabile, avendo impegnato una squadra di maestranze per 20 giorni a Pescara e comportato la ristrutturazione completa del locale di Lettomanoppello».

In ogni caso, per il gip la corruzione c’è ed è dimostrata dalle dichiarazioni di Ciccarini che, scrive De Ninis, «hanno messo in crisi la tesi difensiva dell’incongruenza temporale tra i lavori di ristrutturazione e l’esercizio delle funzioni pubbliche». La difesa di D’Alfonso replica esibendo sia la fattura da 12mila euro datata 31 dicembre 2002 della ditta De Cesaris, ritenuta però dal gip «un’ulteriore messa in scena non andata a buon fine», sia le fotografie della data - 29 novembre 2002 - incisa sulla pietra all’ingresso dell’immobile di Lettomanoppello e relativa all’inaugurazione - dopo i lavori, appunto - della sede della Margherita che D’Alfonso diede in disponibilità al partito. Immagini che saranno portate all’attenzione del pm Gennaro Varone.

Nell’interrogatorio, sulle date dei lavori fissate al 2004, D’Alfonso ha parlato di «cantonata», ma per il giudice il sindaco di Pescara è stato «smentito sia da Ciccarini sia da De Cesaris», con il quale il «rapporto personale, teso a “disancorare” le prestazioni ricevute dall’imprenditore dal conferimento degli incarichi da parte dell’amministrazione, è risultato avere i caratteri del mero pretesto».

PESCARA, L’INCHIESTA SUL COMUNE
La prima tappa al Ponte del mare Poi si è recato con Del Vecchio a viale Bovio e via del Circuito.

Ieri Luciano D’Alfonso è tornato a visitare i cantieri, come se fosse ancora il sindaco. E’ stata la sua prima uscita pubblica dal 15 dicembre, il giorno in cui è finito agli arresti domiciliari. Da allora, nonostante sia tornato libero alla vigilia di Natale, ha lasciato casa solo per recarsi in tribunale, per sottoporsi agli interrogatori dei magistrati

Ieri mattina il sindaco dimissionario, forse preso dalla nostalgia e dalla voglia di fare ancora qualcosa per la città, ha approfittato della visita quotidiana del consigliere, Enzo Del Vecchio, suo grande amico e portavoce ufficiale in questi giorni difficili per lui, per uscire dalla sua abitazione. Tutto è avvenuto in gran segreto per evitare l’assalto di giornalisti e curiosi. In tarda mattinata, D’Alfonso è salito sull’auto di Del Vecchio e insieme sono andati in giro per la città.

La prima tappa è stata sul lungomare sud, per vedere i lavori del Ponte del mare. E’ l’opera a cui tiene di più il sindaco dimissionario, ne va orgoglioso. E’ per lui una sorta di creatura che sta sorgendo piano piano, grazie al lungo lavoro di mediazione svolto per mettere insieme un finanziamento di ben 6 milioni di euro, erogato da sei privati. E’ stato, guarda caso, l’ultimo cantiere che D’Alfonso ha visitato prima del suo arresto. Ieri, è tornato a vederlo come semplice cittadino.

Una cosa del genere era impensabile fino a un mese fa. Basti ricordare che, prima di dimettersi, aveva preso già accordi con il sindaco di Mostar perché collaudasse personalmente il Ponte ciclopedonale, al termine dei lavori previsto entro il prossimo aprile. Ora quell’opera, sognata dai pescaresi per 50 anni, che doveva diventare il simbolo della città, rischia di rimanere un’incompiuta, se D’Alfonso dovesse confermare le dimissioni da sindaco, entro lunedì prossimo.

Il capogruppo del Pdl, Luigi Albore Mascia, probabile candidato per la seconda volta consecutiva alla carica di primo cittadino per il centrodestra, ha già detto che chiederà al commissario prefettizio, il cui arrivo è previsto per mercoledì prossimo, di bloccare subito l’appalto.

Il tour di D’Alfonso e Del Vecchio è poi proseguito per vedere altri lavori importanti. Il sindaco dimissionario si è voluto fermare al cantiere di viale Bovio, aperto alcune settimane fa per dare il via ai lavori di riqualificazione di tutta l’arteria stradale, che collega la zona nord al centro. Anche questo intervento era tanto atteso dai pescaresi. Ma D’Alfonso non è passato inosservato.

E’ stato contornato da diversi cittadini che gli hanno stretto la mano e lo hanno invitato a tenere duro in questo momento così difficile. L’ultima tappa è stata in via del Circuito, dove sono in corso i lavori per rifare i marciapiedi e le fogne.

Il pomeriggio, invece, lo ha trascorso a casa con gli amici assessori e consiglieri che sono andati a trovarlo. D’Alfonso ha espresso il suo desiderio di voler prendere parte all’assemblea di oggi pomeriggio al teatro Sant’Andrea organizzata dal suo partito, il Pd. In tanti lo hanno consigliato di farsi vedere, evitando però di prendere la parola in pubblico. In serata, la decisione è stata presa.