Il giudice: «Faremo giustizia per il territorio»

Processo con 19 imputati per la maxi discarica di Bussi, i pm cacciano l’asso: un dossier sui veleni

CHIETI. «Faremo giustizia per il territorio», commenta Geremia Spinello, presidente della Corte d’Assise, davanti alle telecamere, alla fine dell’udienza chiave del processo per la maxi discarica di Bussi. La Corte ha detto sì al rito abbreviato “puro” per i 19 imputati e no all’abbreviato condizionato a una perizia tossicologica che stabilisse la pericolosità dell'acqua per la salute umana. Ma ha acquisito memorie tra cui spiccano, oltre a quella della Solvay, parte civile, un dossier dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) diventato un asso nella manica dei pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini. Infine è stato fissato il calendario delle prossime udienze: il 28 marzo si terranno gli interrogatori degli imputati che chiederanno di essere sottoposti all’esame oppure che faranno dichiarazioni spontanee; il 4 e l'11 aprile sarà il turno della pubblica accusa. Il 2 maggio toccherà alle parti civili e, a seguire, alla difesa degli imputati. Ogni venerdì, fino alla sentenza prevista per luglio. Due i capi d’imputazione: avvelenamento doloso delle acque, che sarebbe stato causato da cinque discariche diffuse, le più grandi d’Europa, intorno all’ex Montedison di Bussi, e disastro colposo.

Il rito abbreviato cancella dal maxi processo oltre cento testimoni che non sfileranno più in Assise a Chieti. Tra questi, non saranno più sentiti gli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità. Ma il loro dossier entra nel processo.

E’ un documento “pesante” per l’accusa, come i metalli che avrebbero avvelenato la falda del “Giardino” che porta l’acqua a oltre 500 mila famiglie di un’aria vasta che va da Bussi fino a Chieti passando per Pescara. La procura svela due anticipazioni di questo dossier: nessuno, dicono gli esperti dell’Iss, avvisò i cittadini del rischio per la salute che stavano correndo. Quale rischio? Quello di bere acqua con sostanze ritenute pericolose come, primo fra tutte, il tetracloruro di vinile. Il riti abbreviato farà correre il processo. E il Wwf esulta: «Siamo molto soddisfatti», dichiara Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo, «il rischio della prescrizione è scongiurato».

«Tempi rapidi per la definizione del più importante processo in materia ambientale oggi pendente in Italia», commenta l'avvocato Tommaso Navarra del Wwf Italia, «non è stata ammessa l’ennesima perizia tossicologica che avrebbe paralizzato il processo per mesi se non per anni».

Gli imputati sono: Camillo Di Paolo, Maurilio Aguggia, Vincenzo Santamato, Guido Angiolini, Carlo Cogliati, Nicola Sabatini, Domenico Angelo Alleva, Nazzareno Santini, Luigi Guarracino, Giancarlo Morelli, Giuseppe Quaglia, Vassallo Carlo, Luigi Furlani, Alessandro Masotti, Bruno Parodi, Mauro Molinari, Leonardo Capogrosso, Maurizio Piazzardi e Salvatore Boncoraglio. (l.c.)

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