Il mare verso un altro divieto

Analisi ancora negative all’altezza di Fosso Vallelunga, ma è stato individuato lo scarico che inquina

PESCARA. Le analisi continuano ad essere pessime nello specchio d’acqua all’altezza di Fosso Vallelunga, sul litorale di Porta Nuova. Ieri, l’Arta ha pubblicato i risultati del secondo controllo suppletivo, effettuato sui campioni prelevati il 22 aprile scorso, in cui viene evidenziato ancora un superamento dei limiti fissati per l’escherichia coli. E ora si è in attesa dell’esito dell’ultimo esame dell’acqua prelevata il 24 aprile scorso. Se anche questo dovesse risultare sfavorevole, l’amministrazione comunale sarà costretta a far scattare il divieto di balneazione anche in quella zona, dopo aver già interdetto nei giorni scorsi l’ampio tratto della riviera nord che va dal porto fino all’altezza di via Ragazzi del ’99.

Del resto, solo ora si è scoperta la possibile causa dell’inquinamento del corso d’acqua. Fonti del Comune hanno puntato il dito contro uno scarico di acqua piovana trasformato, forse con un allaccio abusivo, in uno scarico fogna che sversa continuamente liquami nel fosso. A segnalare per primi questa condotta sospetta erano stati nei giorni scorsi gli ex assessori, ora esponenti dell’associazione Pescara mi piace, Berardino Fiorilli e Armando Foschi. I tecnici sarebbero già intervenuti per bloccare lo sversamento dello scarico. Intanto, però, l’Arta ha già effettuato le analisi. I primi due risultati dei controlli suppletivi, infatti, sono andati male. Nei campionamenti effettuati il 20 aprile scorso sono state trovate 1.298 unità di escherichia coli in cento millilitri d’acqua, contro il limite da non superare di 500. E i prelievi del 22 aprile sono andati ancora peggio. Le unità di escherichia coli sono salite a 1.445. Dai primi esami condotti a Fosso Vallelunga il 18 aprile scorso erano emerse addirittura 2.005 unità.

Ma l’amministrazione comunale appare ottimista. Dopo aver individuato la probabile causa dell’inquinamento a Fosso Vallelunga, ieri è arrivata una notizia positiva dall’Aca. «Entro pochissimi giorni», si legge in una nota dell’azienda acquedottistica, «l’Aca potrà chiudere definitivamente la fossa settica della frazione Palozzo, a Cepagatti, posta sotto sequestro giovedì mattina dalla Capitaneria di porto». «I lavori di collegamento al Dk15 (la condotta dove ora confluiscono gli scarichi del fiume non allacciati in passato alle reti fognarie, ndr)», si legge ancora, «sono già completati con l’installazione delle pompe di sollevamento e dei quadri elettrici. Per la messa in funzione, l’Aca è in attesa dell’allaccio dell’Enel che richiede ancora alcuni giorni. Nell’attesa, l’azienda interverrà con un gruppo elettrogeno, in modo da consentire la deviazione dei reflui al depuratore di Cepagatti nel giro di pochi giorni». «Una volta effettuato il collegamento al Dk15», prosegue l’Aca, «la fossa imhoff (biologica, ndr) sarà definitivamente chiusa, secondo il piano di dismissione della Regione». «Anche per Villa Badessa», conclude la nota, «l’Aca è al lavoro per risolvere al più presto il problema che si è determinato. L’Aca sta provvedendo a modificare il sistema di collettamento dello scarico realizzando una tubazione di by pass che consentirà di chiudere la fossa oggetto di sequestro.

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