Il miracolo mancato, beffa lunga 25 anni

In ventimila salirono sul Colle della Vecchia per vedere la Madonna annunciata da don Vincenzo. Speranze disattese

MONTESILVANO. Sono passati 25 anni dal giorno del miracolo mancato a Montesilvano. Era il 28 febbraio del 1988 e in 20 mila sul colle della Vecchia alzarono gli occhi al cielo nella speranza di vedere apparire l'immagine della Madonna nel sole. Non fu così, e tanti finirono per riportare danni, anche gravi, alla retina.

Ad annunciare il miracolo erano stati il vice parroco della chiesa di Sant'Antonio, don Vincenzo Diodati, e la veggente Maria Antonietta Fioritti. Avevano parlato dell'apparizione celestiale, ma anche della comparsa di una scritta nel cielo. L'evento fu atteso con fervore crescente dalla comunità di credenti ma anche da una schiera di curiosi, e per un giorno Montesilvano prese le sembianze di una piccola Fatima.

Autobus carichi di pellegrini invadevano la Nazionale, la gente accorreva sul Colle per accaparrarsi un posto in una posizione migliore. Si recitava la preghiera dedicata alla Madonna, il rosario. Giornalisti della tv e della carta stampata si facevano spazio tra la folla. Ma il sole, l'attesa, le parole di devozione non bastarono: la profezia venne disattesa, la folla si disperse e don Vincenzo fu redarguito.

«Lei deve ritirarsi in convento per almeno otto giorni, se non bastano saranno di più», ordinò l'allora vescovo Antonio Iannucci al sacerdote (ex calciatore) che aveva annunciato il miracolo fidandosi della veggente.

La Madonna non abita qui: la sentenza ufficiale della Chiesa non lasciò adito a dubbi, anche se per alcuni fu dura arrendersi all'evidente assenza. In molti si sentirono male per il freddo e per la delusione, tanto avevano creduto che la Madonna potesse palesarsi proprio qui, a Montesilvano. I medici in quei giorni misero bende sugli occhi bruciati dai raggi del sole. E don Vincenzo confessò: «Ho sbagliato tutto. Eppure credevo di fare del bene». L'ex calciatore, spinto al sacerdozio da una vocazione tardiva ma dilagante, cercò di spiegare le proprie ragioni: «Mi sono fidato troppo della veggente, ero sicuro che le avesse parlato la Madonna». Don Vincenzo scaricò la sua sofferenza nelle mani del vescovo, ricordando l'incontro con la giovane donna che giurava di vedere la “Mamma”. Prima lo scetticismo e poi una convinzione cieca fino a condividerne il ruolo: «Anch'io ho avuto la fortuna dell'apparizione di Gesù».

La valanga del miracolo annunciato ormai si era messa in moto, inarrestabile e irrobustita dai proclami: «Dio premierà gli ultimi». Per questo i più tenaci rimasero fino all'alba in cima al colle. La notte invece è rimasta inequivocabilmente scura, senza illuminarsi di scritte tracciate dallo Spirito Santo, per la folla del «nuovo Calvario». Una notte buia, come si legge nelle cronache di allora, come poi sarebbero diventati i cuori. Su tutto, lo sfogo di don Vincenzo: «Della veggente, delle sue visioni della Madonna, non voglio più sentire parlare».

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