Il Pd: «In quell’accordo solo mistificazioni»

«Basta mistificazioni e bugie». Comincia così l’ennesimo intervento del Pd contro l’accordo di programma per l’ex Cofa. «Una tabella sulla ripartizione delle superfici utili nei sub comparti del...

«Basta mistificazioni e bugie». Comincia così l’ennesimo intervento del Pd contro l’accordo di programma per l’ex Cofa. «Una tabella sulla ripartizione delle superfici utili nei sub comparti del comparto C del Piano particolareggiato 2», spiegano in una nota i consiglieri Enzo Del Vecchio (nella foto), Camillo D’Angelo e Florio Corneli, «individua la specifica destinazione delle superfici di proprietà della Regione-Camera di commercio. Ciò chiarisce in maniera inconfutabile come tutte le buone intenzioni di alberghi, musei virtuali e altre strutture di tipo turistico, siano solo enunciazioni utilizzate come specchietto per le allodole». «Un accordo di programma», prosegue la nota, «deve prevedere il programma di attuazione degli interventi e delle opere, con l’indicazione dei relativi tempi; la quantificazione del costo complessivo e di quello relativo alle eventuali fasi di esecuzione; il piano finanziario con la ripartizione degli oneri; le modalità di attuazione; gli adempimenti attribuiti ai soggetti interessati e le responsabilità; le sanzioni per gli inadempimenti; l’eventuale procedimento arbitrale per la risoluzione delle controversie; gli eventuali accordi da stipularsi con i privati interessati; le modalità di controllo sull’esecuzione dell’accordo. Cosa c’è di tutto questo nell’accordo di programma?». «Al Comune», osservano i consiglieri del Pd, «siamo ormai abituati alle scopiazzature fatte da Internet e anche in questo caso la fantasia non è stata premiata. Quella che il consiglio dovrà ratificare è un’edizione riveduta e corretta delle centinaia di accordi presenti nella Rete, con alcune particolari differenze: vengono eliminati i contenuti dell’accordo, soppresse le responsabilità di tutti i soggetti, depennate le sanzioni e via discorrendo, secondo i desiderata del Comune e della Camera di commercio». «Colti con le mani nel barattolo della marmellata», conclude la nota, «tutti si spendono per affermare che l’iniziativa è fatta nell’interesse della città: da una parte, si sussurra che anche la commissione Edilizia ha dato parere favorevole e, dall’altra, il presidente Becci quasi a minacciare l’abbandono della Camera di commercio, qualora i tempi si dovessero allungare».