isola pedonale sul corso

Il Pd: «Mascia ha già speso 100mila euro in incarichi»

PESCARA. L’amministrazione comunale avrebbe già speso quasi 100.000 euro in incarichi esterni per arrivare a pedonalizzare corso Vittorio e piazza Italia. A sostenerlo è il vice capogruppo del Pd...

PESCARA. L’amministrazione comunale avrebbe già speso quasi 100.000 euro in incarichi esterni per arrivare a pedonalizzare corso Vittorio e piazza Italia. A sostenerlo è il vice capogruppo del Pd Enzo Del Vecchio, da sempre contrario a questi interventi. Le spese sostenute riguarderebbero incarichi esterni per due progetti, da realizzare uno dopo l’altro, riguardanti la controstrada nelle aree di risulta e e l’isola in piazza Italia. In particolare, per la realizzazione della controstrada, dal costo di 400.000 euro, prepedeutica alla chiusura del corso, sarebbero stati spesi 5.096,52 euro per un incarico all’architetto Tiziana Saputi come supporto al Rup (responsabile unico del procedimento); 31.837,52 euro all’architetto Samuele Moscatelli per la progettazione definitiva-esecutiva; 7.802,08 euro all’architetto Roberto Di Furia per il coordinamento della sicurezza. Totale, 44.736,12 euro.

Altri incarichi sarebbero stati affidati nell’ambito del progetto di riqualificazione di piazza Italia, dal costo di 800.000 euro, revocato di recente dalla giunta. In particolare, 13.213,20 euro sarebbero andati sempre all’architetto Tiziana Saputi come supporto al Rup; 28.565,68 euro, all’architetto Alfonso Angelone per la progettazione definitiva-esecutiva; 10.193,04 euro, all’architetto Luca Di Pietro per il coordinamento per la sicurezza. Totale, 51.971,92 euro. Sommando le due cifre si arriva a 96.708,04 euro.

«Che l’amministrazione comunale riponesse poca fiducia sull’esito dell’appello al Consiglio di Stato», dice Del Vecchio, «è dimostrato dalla solerte decisione che Mascia e giunta hanno assunto appena una settimana fa, quando hanno deciso di revocare i progetti per la riqualificazione di piazza Italia e la realizzazione della controstrada nelle aree di risulta. Una decisione incongruente e che costa alla città la non irrilevante cifra di circa 100.000 euro, poiché la progettazione di quelle opere ha comportato comunque il pagamento delle competenze ai professionisti incaricati».

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