Giuseppe Simone Milillo con Thomas e il pesce siluro

MANOPPELLO

Il pesce siluro salvato da un bambino /FOTOGALLERY

Considerato il "mostro del lago" l'esemplare da record è stato ricatturrato nel fiume Pescara e reimmesso in un'area idrografica del Nord Italia

MANOPPELLO. Il pesce siluro salvato da un bimbo. E’ stata la curiosità di un ragazzino di otto anni, e la sua voglia di farsi fotografare in acqua con il “mostro del lago”, a salvare l’esemplare catturato qualche giorno fa in un invaso artificiale, vicino a Manoppello scalo (Pescara). Nei giorni scorsi, il grande pesce era stato reimmesso nel fiume ma la sua presenza nelle acque del Pescara aveva fatto preoccupare alcuni residenti che, intimoriti dall’aspetto e dalla mole _ lungo 2.65 metri, per un peso stimato di circa 120 chili _ si stavano mobilitando con arpioni, elettrostorditori e fucili da caccia, per abbatterlo.

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“Questa specie è considerata da molti come un pericolo per l’uomo. Purtroppo, a causa di leggende metropolitane che non hanno alcun fondamento scientifico”, spiega Giuseppe Simone Milillo, titolare dello studio Geta di Pescara (gestione ecosostenibile e tutela ambientale), chiamato a intervenire come uno dei massimi esperti a livello nazionale di questa particolare specie ittica. “Ho trascorso un decennio tra le acque del Po e dei suoi affluenti per studiare il Silurus glanis, oggetto tra l’altro della mia tesi di laurea. Successivamente, ho approfondito le ricerche in collaborazione con l’Izs A&M di Teramo.

E’ importante ricordare che il pesce siluro è totalmente inoffensivo per l’uomo e la sua fama di insaziabile predatore è del tutto ingiustificata”, afferma l’esperto, “si tratta infatti di una specie prevalentemente ittiofaga, che necessita, per la sua sopravvivenza in età adulta, di un fabbisogno quotidiano pari a circa il 2-3% del suo peso”. Il siluro pescato a Manoppello viveva indisturbato nelle  acque del lago da circa 35-40 anni. Oggi quello stesso invaso artificiale è ricco di specie ittiche. A conferma che il siluro non causa danni irreparabili all’ecosistema lacuale. Anzi, probabilmente fungeva da bioregolatore. “Laddove l’uomo non interviene, è la natura stessa a trovare un equilibrio tra diverse specie”, osserva Milillo, “è invece più probabile che un singolo uomo possa causare un disastro ambientale. Ecco perché non c’era tempo da perdere. Il fiume, dove il pesce siluro era stato reimmesso, non è idoneo ad accoglierlo. Oltretutto non è consentito da una legge regionale. Ci siamo quindi attivati per catturarlo nuovamente, e spostarlo, in modo da garantirne la sopravvivenza. Parliamo qui di un esemplare che è di soli 9 centimetri più piccolo rispetto alle dimensioni registrate dal pesce siluro più grande del mondo. Certamente, quello pescato a Manoppello è il più grande tra quelli censiti nel territorio abruzzese”. Il pesce è stato quindi ricatturato, e riossigenato per alcune ore, prima di poter affrontare al meglio il viaggio verso le acque del Nord Italia. “La più grande soddisfazione”, racconta Milillo, “essendo anche io papà di due bambini, è che a salvare il siluro è stato inconsapevolmente proprio un ragazzo della stessa età di mio figlio (8 anni). Thomas è il nome del bimbo che, senza nessuna paura, si è avvicinato a me per chiedere di poter accarezzare il pesce, e al papà di scattare una foto. Ed è stato proprio mentre alzavo il siluro dalle pinne pettorali per scattare la foto che mi sono reso conto che aveva lo stomaco espulso nella cavità orale. Con una manovra, sono riuscito a rimetterlo nella sede corretta e da quel momento il pesce si è lasciato immortalare reciperando vitalità. Insomma, senza l’intervento di Thomas, probabilmente sarebbe morto. Ringrazio l’associazione ambientalista Nuovo Saline Onlus per averci segnalato il punto preciso ove andare a cercare il pesce siluro nel Pescara, ma anche per essersi occupata del trasporto e della sistemazione in un’area idrografica nel Nord Italia. Un ringraziamento va ai carabinieri forestali di Manoppello, al servizio veterinario della Asl di Pescara e in particolare al dottor Ruggeri per aver prontamente accertato la stato di salute dell’esemplare e quindi rilasciare l’autorizzazione al trasporto, ma anche ai numerosi volontari dei gruppi di pesca sportiva (Mosca club Pescara, Gruppo Siluro Italia) e soprattutto gli amici (Daniele, Nino, Stefano, Nico) per tutto l'aiuto che ci è stato dato". (f.c.)

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