Il postino suona solo una volta a settimana

Niente consegne il sabato, portalettere sovraccarichi e corrispondenza a singhiozzo

PESCARA. In un mese gli hanno consegnato la posta cinque volte e dal 10 gennaio non riceve corrispondenza. È il caso denunciato da un residente di via Sulmona, ma il disservizio delle Poste si estende a macchia di leopardo. Complice l'influenza che ha messo ko anche i postini, lasciando scoperte quattro zone cittadine. «Il problema del recapito», spiega Sergio Di Marcantonio, segretario regionale Cgil Slc (sindacato lavoratori comunicazione), «è che lo scorso novembre c'è stata la ristrutturazione a livello nazionale, ma a Pescara, dove il personale c'è, non è seguita una redistribuzione come si deve, dei carichi di lavoro. E succede come la scorsa settimana quando, in concomitanza con le assenze per malattia e maternità, quattro zone di recapito sono rimaste a terra».

NIENTE POSTA IL SABATO
La riorganizzazione sancita dall'accordo nazionale siglato da Poste Italiane a Pescara è partita il 2 novembre scorso, con l'abolizione del sabato come giorno di consegna della posta. Le 36 ore settimanali non sono più spalmate su sei giorni, ma su cinque, facendo salire a 7 ore e 12 minuti i turni dei portalettere. Una concentrazione che ha aumentato la prestazione lavorativa dei postini, ma senza una redistribuzione del lavoro, e dunque senza un riequilibrio delle zone di competenza dal punto di vista del territorio e della densità abitativa. Tutto a discapito degli utenti. Gli stessi utenti che poco più di un anno fa si sono visti chiudere i due uffici postali all'interno dei centri commerciali Auchan e Iper che servivano l'area metropolitana e che a Pescara, negli ultimi 12 anni, hanno visto calare i portalettere da 94 a 68, quante sono le zone di consegna in cui è attualmente divisa la città. Se a questo si aggiungono le assenze per malattia, maternità, 104 e aspettativa come quelle registrate all'inizio del mese insieme ai pensionamenti, ecco che si arriva all'emergenza delle ultime settimane.

ZONA CENTRO
Il caso simbolo è la storia raccontata da Alfredo Squarzatti, il pensionato residente in via Sulmona che sa a memoria i giorni in cui ha ricevuto la posta. «I primi ritardi li ho segnalati all'inizio di dicembre», si sfoga il cittadino, «quando ho finalmente ottenuto la posta che però, poi, ho rivisto il 14 dicembre. Dopo ripetuti reclami, me l'hanno consegnata il 21 e il 22. Il 29 dicembre mi hanno fatto il regalo di Capodanno e poi si sono ripresentati lunedì scorso, il 10 gennaio, quando ho finalmente ricevuto la raccomandata spedita da Roma il 27 dicembre e arrivata a Pescara il giorno successivo. Oggi (ieri, ndr) è sabato e il postino non si vede da lunedì. Sono tornato a protestare proprio questa mattina alle Poste, perché al centralino di via Ravenna non risponde nessuno, e una persona gentilissima mi ha spiegato che dipende dai pensionamenti di fine anno, che non sono stati rimpiazzati. Questa è la situazione di via Sulmona, ma disagi ci sono anche in via Firenze. Con il rischio di dover pagare more per bollette consegnate in ritardo».

PORTA NUOVA Un rischio che sta correndo Leo Strozzieri. Il cittadino, residente in via Lungaterno sud ha rivisto ieri il postino dopo dieci giorni: «Mi ha recapitato 15 lettere tutte insieme e, tra queste, anche l'avviso di pagamento della Tarsu. Non l'ho ancora aperto, aspetto lunedì per scoprire se è scaduto, quando andrò a saldare».

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