Il sansificio ancora chiuso pronto un altro ricorso

Contestata anche la seconda ordinanza che ha bloccato dal 6 giugno l’attività La polizia provinciale: «Nessuna segnalazione per la puzza, l’azienda è ferma»

PESCARA. Il sansificio è fermo dal 6 giugno scorso. Eppure, qualcuno continua a lamentarsi per lo stesso odore acre che si respirava nei mesi scorsi, quando lo stabilimento era in funzione. Ma ieri, sia il titolare Cristian Schiavone, che il comandante della polizia provinciale Giulio Honorati hanno confermato che la fabbrica per la lavorazione della sansa non è stata più riaccesa dai primi di giugno, cioè da quando il sindaco Marco Alessandrini ha firmato l’ordinanza, la seconda nel giro di pochi mesi, per far spegnere anticipatamente l’impianto di strada vicinale Torretta, ponendo così fine al cattivo odore.

E proprio quel provvedimento sarà oggetto di un nuovo scontro legale tra il proprietario del sansificio e il Comune. Ieri, Schiavone ha infatti rivelato che i suoi legali stanno studiando un nuovo ricorso al Tar per far annullare l’ordinanza. Del resto, i giudici del tribunale amministrativo hanno già dato ragione al proprietario della fabbrica. Il 21 aprile scorso, in accoglimento dell’istanza cautelare, il Tar ha sospeso gli effetti della prima ordinanza, emanata il 2 aprile per bloccare il sansificio a causa della puzza insopportabile che aveva invaso la città. Un primo stop, tra l’altro, c’era stato già a metà gennaio quando, a seguito di alcuni controlli, lo stabilimento non era risultato a norma per ciò che riguarda alcune emissioni inquinanti.

Fatto sta che a fine aprile il sansificio ha ripreso la sua attività, ma per poco tempo, perché il 6 giugno scorso il sindaco lo ha fermato con una nuova ordinanza, emanata a seguito di segnalazioni e lamentele per i cattivi odori provenienti probabilmente dall’azienda. Azienda che si sarebbe comunque fermata spontaneamente il 15 giugno scorso per la conclusione del ciclo produttivo. «Ci siamo visti costretti», ha spiegato Alessandrini dopo la firma, «a dover nuovamente chiedere uno stop alle attività per il persistere di odori che, da forti, sono diventati nauseabondi e percepiti su gran parte del territorio cittadino». Da quel giorno il sansificio si è fermato, ma c’è qualcuno che ancora si lamenta per la puzza. «La mia azienda è rimasta chiusa, perché io sono partito per il viaggio di nozze», ha fatto presente Schiavone, «sono tornato soltanto oggi (ieri, ndr). L’odore acre arriva forse da altre industrie». Dello stesso avviso il comandante della polizia provinciale. «Continuiamo a fare i controlli, nonostante la competenza sia passata alla Regione», ha affermato Honorati, «non mi risulta che il sansificio sia stato riacceso dopo l’ordinanza. Forse, la puzza proviene da qualche impianto di San Giovanni Teatino».

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