Il vino schernitore

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“Qui alla Trattoria dell'Emigrante non facciamo sconti a nessuno.”

“Nemmeno a un italiano, abruzzese come lei?”

“Specialmente a quelli come lei.”

“E perché, di grazia?”

“Perché lei ha viaggiato per tanti chilometri e invece di degustare un fermentato locale è andato alla ricerca di un vino della sua regione.”

“Era l'unico abruzzese sulla carta.”

“Perché quella è l'unica cantina abruzzese che ha deciso di esportare all'estero. Pensi che adesso è fallita.”

“Ci credo, con quel tappo a vite d'alluminio al posto del sughero.”

“Come adottato da tanti produttori in giro per il mondo che vogliono evitare bottiglie difettose e usare meno solfiti.”

“Per non parlare della temperatura di servizio, anche se rosso un vino non può essere servito così caldo.”

“È stato stappato alla giusta temperatura, non può darmi la colpa se lei si è perduto in chiacchiere prima di degustarlo.”

“Rimangono comunque troppi soldi per una bottiglia di vino italiano all'estero.”

“C'è chi è disposto a pagarli.”

“Non gli italiani all'estero.”

“Intende i turisti.”

“Certo, quelli come me.”

“Quelli che viaggiano per chilometri e si lasciano vendere un pezzo d'Italia all'estero senza aver mai acquistato dalle ottime cantine che producono a pochi passi da casa propria?”

“Conosco bene i vini della mia regione.”

“E allora perché ha ordinato un Montepulciano col pesce?”

“Perché io pago e sono libero di ordinare quel che voglio!”

“E allora paghi.”

“Rimane comunque troppo.”

“Se voleva spendere meno per bere della sbobba scura che accompagnasse il suo pasto poteva mangiare nella famosa catena di fast food qui di fronte.”

“Lei è proprio un cafone, non mangerò più nel suo ristorante e scriverò una pessima recensione su internet!”

“Faccia pure, abbiamo una clientela consolidata.”

“D'accordo, mi faccia pagare che voglio andare via.”

“Ecco a lei.”

“Cos'è questa voce, non vorrà dirmi che devo darle anche la mancia per il pessimo servizio?”

“No, quello è il prezzo da pagare per aver pensato di sentirsi a casa anche in vacanza.”

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