Il Wwf a D’Alfonso: blocchi la petrolizzazione in Abruzzo

Appello al governatore in vista della scadenza del 29 luglio, termine entro il quale si potranno presentare osservazioni alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale avviata dalla Medoilgas per Ombrina Mare

Il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, «faccia quello che non hanno fatto i suoi predecessori per bloccare la petrolizzazione dell'Abruzzo». Così il Wwf Abruzzo in vista della scadenza del 29 luglio, «termine entro il quale - spiega l'associazione - si potranno presentare osservazioni alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale avviata dalla Medoilgas sull'istanza di concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi del giacimento Ombrina Mare».

«La Regione Abruzzo - dice il Wwf - deve dotarsi di una task-force con elevate competenze multidisciplinari per poter rispondere adeguatamente all'istanza della Medoilgas, così come a tutte le altre istanze che vengono continuamente presentate. In passato il ruolo della Regione nella fase delle osservazioni è stato assolutamente carente per non dire nullo. L'Abruzzo è interessato da istanze di ricerca ed estrazione di idrocarburi per metà del suo territorio e per migliaia di km quadrati di mare antistante le proprie coste. Inoltre è stata individuata come distretto minerario dal Governo nazionale dove sviluppare l'estrazione di gas e petrolio».

Di fronte a questa situazione «non è possibile che - afferma ancora il Wwf - la Regione Abruzzo continui a rispondere in maniera approssimativa. Non è possibile che la difesa nelle sedi deputate sia affidata solo alla buona volontà di cittadini, comitati locali e associazioni ambientaliste». Il Wwf cita quindi due suoi dossier, 'Milioni di Regalì e 'Trivelle in Vistà, «che dimostrano, dati alla mano, che sono soltanto le esenzioni e i privilegi, a dispetto di riserve e produzioni tutt'altro che salvifiche, a orientare verso il nostro territorio le mire dei petrolieri, con inevitabili e negativi impatti a livello ambientale e socio economico. Anche il Fondo Monetario Internazionale considera ormai non più sostenibili i costi delle energie fossili».

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