Incendi, ecco le novanta piaghe che affliggono l’Abruzzo 

Colpiti dagli incendi ottanta Comuni. Gli ettari dati alle fiamme sono 7.400. Tre procure (L’Aquila, Sulmona e Avezzano) da oggi indagano insieme

PESCARA. Novanta roghi hanno devastato l’Abruzzo. Novanta piaghe disseminate sull’intera regione. I Comuni che contano i danni sono ottanta. Gli ettari di bosco incendiati 7.416. E la quantità di anidrite carbonica prodotta dal rogo più vasto, quello del Morrone, supera le 400mila tonnellate. L’Abruzzo in fiamme è da numeri record e choc allo stesso tempo. La mappa dei roghi, con l’elenco dei 40 incendi più estesi, è stata elaborata attraverso immagini satellitari. Un grande fratello ha individuato non solo le aree incendiate e le loro estensioni, ma anche il numero e le specie di alberi inceneriti. In un arco di tempo che va dal 31 maggio al 29 agosto.

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STATO DI EMERGENZA. Ci siamo. Oggi la giunta regionale delibera la richiesta di stato d’emergenza che sarà formalizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri. L’istruttoria è stata affidata alla Protezione civile nazionale che farà la conta dei danni. Un dossier sui roghi sarà consegnato dal governatore, Luciano D’Alfonso, al premier, Paolo Gentiloni, atteso in Abruzzo a metà della prossima settimana .
ARRIVA GENTILONI. «Il presidente del Consiglio verrà in Abruzzo per conoscere nei particolari la situazione dei comuni danneggiati dal sisma. Ma anche per ricevere il dossier dolorosissimo degli incendi che hanno attaccato il patrimonio boschivo di straordinario valore della nostra regione, a causa di mani scellerate», conferma D’Alfonso. La prima tappa del premier sarà Campotosto.
PROCURE UNITE. Sul fronte delle indagini si registra una novità importante. E’ partita un’iniziativa di coordinamento di tre procure, L’Aquila, Sulmona e Avezzano, che indagheranno insieme. E’ la risposta della magistratura agli incendiari. Ed è la conferma investigativa che dietro ai roghi, tutti i roghi, si nasconde una sola regia criminale.
MORRONE SU TUTTI. E arriviamo alla mappa: è di 2.082 ettari l’estensione del rogo sul Morrone che occupa il primo posto della lista. Al secondo c’è l’incendio di Collelongo (1.019 ettari), quindi Raiano con 424 ettari e Schiavi D’Abruzzo (394). All’undicesimo posto troviamo Anversa e Cocullo (153 ettari). Segue il resto d’Abruzzo, teramano, pescarese e chietino, aggredito dalle fiamme, quasi tutte dolose.

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ALBERI IN CENERE. E’ il pino nero il più colpito: 700 gli ettari di questa specie andati in fumo sul Morrone, dove il fuoco ha cancellato anche 180 ettari di querceti a roverella, 14 ettari di faggete, 154 di ginepri, 93 di carpino e oltre 570 di prati. La stima dei danni sul Gran Sasso, dopo l’incendio ai Fonte Vetica, vede invece al primo posto il ginepro (201 ettari), e poi 142 ettari di prateria, 18 di faggi e 31 di pini neri .
ARIA AVVELENATA. Gli altri dati drammatici riguardano l’anidrite carbonica: a Campo Imperatore sono state emesse 20mila tonnellate di Co2, corrispondenti a una vecchia auto diesel che percorre 3.247 chilometri, cioè due volte l’Italia da nord a sud. Ma il peggio è accaduto sul Morrone: 2.082 ettari di bosco andati in fumo hanno creato ben 404mila tonnellate di anidrite carbonica. Oggi servirebbero settemila ettari di bosco, gestito in modo sostenibile, per compensare questa emissione record.
GLI SCIENZIATI. La mappatura degli incendi e la classificazione delle specie coinvolte è stata realizzata da Res.Gea mentre i calcoli sulla Co2 sono stati fatti dalla dottoressa Silvia Di Paolo di Ambiente e/è Vita Onlus. Per quanto riguarda Res.Gea, società spin off dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, il gruppo che ha realizzato i lavori è composto da Giuseppe Pomposo (geologo e dottore di ricerca), Cristian Di Marco (presidente) e Franco Ranalli (vice presidente).
GRANDE SATELLITE. Come nasce la mappa dei roghi? «E’ uno sviluppo della tesi di laurea in preparazione dello studente Simone D’Agostino», rivela il geologo Pomposo. «La mappa è stata ricavata da immagini satellitari. Immagini – ha aggiunto Pomposo – che ci hanno permesso di seguire l’escalation degli incendi: il 19 agosto, nell’abitato di Pacentro, alle ore 12, spuntano due inneschi, due inizi di focolai piazzati a mezza costa sul versante estremamente ripido della montagna, molto distanti dalla strada, in una posizione tale che il fuoco si sarebbe visto solo quando ormai l’incendio era già divampato. Dal 31 maggio al 29 agosto abbiamo avuto 90 eventi incendiari, sul Morrone un terzo di quelli calcolati, con la distruzione di decine di specie vegetative, conifere, faggete, aree di pascolo»
I DISSESTATI. Ma la mappa che pubblichiamo ha anche un grande valore nel campo della prevenzione. «E’ chiaro che la distruzione di quei boschi determinerà gravi problemi di resistenza idrogeologica nel prossimo inverno», spiega infatti il geologo. L’importanza di questa mappa riguarda quindi la prevenzione del rischio idrogeologico perché, già da ora conosciamo, le zone che il prossimo inverno subiranno dissesti. Nell’elenco manca solo Secinaro perché l’incendio non era ancora partito all’ora di acquisizione dell’immagine satellitare. «Ma stiamo mantenendo il monitoraggio attivo. E tra qualche giorno saranno disponibili anche i dati di questo evento», assicura il geologo Pomposo.
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