Inchiesta Rigopiano, allarme valanghe nel Prg mai approvato

Sequestrata a Farindola una relazione del 2001: il Comune commissionò uno studio geologico, ma l’atto fu ignorato

PESCARA. Una relazione lunga 49 pagine e risalente al 2001. Che parla di rischio valanghe a Rigopiano. È questo l’ultimo documento sequestrato dai carabinieri forestali che sono tornati in Comune a Farindola. Al centro del nuovo approfondimento degli investigatori c’è una storia che ha un inizio ma non una fine: il Prg di Farindola, avviato nel 1996 ma mai approvato. Si apre così un altro fronte nell’inchiesta sul disastro dell’hotel Rigopiano spazzato via dalla valanga il 18 gennaio scorso con la morte di 29 persone tra clienti e dipendenti del resort alle pendici del monte Siella. Finora, sono 6 gli indagati per omicidio colposo e disastro colposo ma l’elenco potrebbe presto allungarsi.

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I carabinieri forestali, su disposizione del nuovo procuratore capo Massimiliano Serpi e del pm Andrea Papalia, hanno tolto gli atti del Prg dai cassetti del Comune dopo oltre 16 anni. Lo hanno fatto a seguito di due memorie presentate dai familiari di due delle vittime di Rigopiano, Stefano Feniello e Sara Angelozzi. Le memorie degli avvocati Camillo Graziano (difensore dei Feniello) e Wania Della Vigna (difensore di Silvia Angelozzi, sorella di Sara) ricostruiscono la storia del Prg mancato. Nel 1996 il Comune affidò a un ingegnere, Marcello Romanelli, l’incarico di stilare il nuovo Prg: «Il contenuto della convenzione risulta interessante», recita la memoria dei Feniello, «poiché sono previsti dei precisi impegni che, se rispettati, avrebbero certamente potuto cambiare le sorti della zona di Rigopiano e, chiaramente, evitare che si consumasse la tragedia del 18 gennaio». Tutto ruota intorno a una relazione geologica commissionata a un professionista di Montesilvano, il geologo Angelo Iezzi: fu lui nel 2001 a stilare un elenco di prescrizioni fino a parlare anche della «pericolosità da valanghe». Che su una mappa, acquisita dai carabinieri forestali, è indicata con due simboli formati da tre freccette nere.
La relazione del geologo individua i «settori sottoposti a tutela» di Farindola e tra questi c’è proprio Rigopiano. E per le aree a rischio, il geologo avverte il Comune segnalando la necessità di «studi ad ampio raggio» che, in un periodo in cui l’albergo non era stato ancora ristrutturato e aperto, «consentano, per le infrastrutture previste special modo nel caso di vie di comunicazione, la scelta di un certo tipo di tracciato e/o eventuali presidi a difesa delle stesse o, addirittura, la rinuncia al tracciato stesso».
La memoria dei Feniello sottolinea: «Secondo i tempi previsti in convenzione, nell’anno 2006 il nuovo Prg avrebbe già dovuto essere operativo e, alla luce di quanto doverosamente contenuto in esso, quel progetto non sarebbe mai stato approvato, proprio perché la struttura insisteva in una zona a rischio valanghe». Il progetto di cui si parla è l’ampliamento dell’hotel Rigopiano con la realizzazione di un centro benessere accanto al corpo centrale dello storico rifugio aperto, solo d’estate, dagli anni Sessanta. Per gli investigatori e per i familiari delle vittime, la relazione allegata agli atti del Prg sarebbe la dimostrazione che a Farindola il rischio valanghe non è stato mai un mistero per nessuno: «I dati convogliano verso un’unica verità: la piena conoscenza, da parte dell’amministrazione comunale di Farindola, della circostanza che la zona di Rigopiano fosse una zona a rischio, dove non andava realizzata alcuna struttura recettiva se non per il periodo estivo». La stessa memoria parla di altri due segnali: «Il vecchio albergo Rigopiano era operativo solo da maggio ad ottobre e rimaneva chiuso nel periodo invernale proprio a causa di tale conosciuta problematica. Inoltre, dopo la costituzione della commissione Valanghe, nella zona di Rigopiano, vennero apposti dei segnali di pericolo per caduta massi e, proprio in considerazione di ciò, a un venditore ambulante di Colledara venne imposto di spostare il proprio mezzo in altra zona in quanto sostare in quell'area (che di lì a poco sarebbe diventata il piazzale del nuovo hotel Rigopiano) era estremamente pericoloso».
Ascoltato come testimone, prima dall’avvocato Della Vigna e poi dai carabinieri forestali, l’ex sindaco di Farindola ed ex deputato del Partito liberale Romano Scarfagna che ha riferito della genesi del Prg.
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