Ingoia una pila, bimba di due anni in rianimazione a Pescara

La piccola è stata sottoposta a un intervento chirurgico per estrarre la batteria di un orologio dall’esofago

PESCARA. Un attimo. È bastato un attimo. Le manine di una bimba pescarese di appena due anni hanno afferrato la batteria di un orologio e in un boccone quel piccolo oggetto pericoloso è finito giù in gola e poi ancora più giù, all'esofago. Per salvarla è cominciata una corsa contro il tempo: la piccola è finita in ospedale, prima in Chirurgia pediatrica e poi in Rianimazione, dove è tuttora ricoverata in prognosi riservata in attesa di sapere che conseguenze ha prodotto quel gesto fulmineo, imprevedibile e forse inevitabile, tipico dell'ingenuità di una bimbetta che non conosce e non teme il pericolo.

Un primo tentativo sulla piccola è stato fatto per via endoscopica ma non ha raggiunto gli effetti sperati perché non è stato possibile estrarre la batteria dal corpicino. A quel punto è intervenuta l'equipe del professor Pierluigi Lelli Chiesa e la batteria è stata estratta nel corso di un intervento chirurgico all'esofago, dove la piccola pila si era fermata. Gli accertamenti eseguiti subito dopo l'operazione lascerebbero ben sperare, quanto meno sull’esito positivo dell’intervento, ma è ancora troppo presto per tracciare un bilancio di questo episodio drammatico.

La situazione è «molto delicata», spiega il primario del reparto di Rianimazione, Tullio Spina, e nella giornata di oggi si dovranno valutare le condizioni della piccola, che è stata sedata e sottoposta ad una anestesia profonda per consentire alla «sutura dell’intervento di tenere».

In questi casi il pericolo è concreto ed elevato perché con le batterie di questo genere «si rischia la vita», visto che possono provocare «lesioni e ustioni ai tessuti, e bisogna vedere con quali tessuti entrano a contatto», fa notare Spina. Pile di questo genere, con la carica elettrica che contengono, possono creare due tipi di inconvenienti: «si incastrano nelle vie digestive e generano scariche di energia, determinando delle ustioni», con il rischio di creare conseguenze a lungo termine, come «un restringimento dell'esofago». Sono casi che «si possono trattare, anche se complessi» e una volta scampato il pericolo ci si può «convivere», sottolinea Spina, ma nel caso della bimba operata in Chirurgia pediatrica nel fine settimana non è possibile sbilanciarsi sul futuro ed è tutto da vedere.

Queste batterie, insomma, si annunciano particolarmente pericolose se finiscono nelle mani di un bambino, anche se molti non sono a conoscenza degli effetti che rischiano di produrre. «Meglio evitare di lasciarle in giro perché può capitare che i bimbi le ingeriscano, durante i loro giochi», come è già successo a Pescara non solo nei giorni scorsi ma anche qualche tempo fa. «Bisogna stare attenti perché i piccoli mettono in bocca di tutto e, anche se in genere non succede niente, si possono verificare casi drammatici».

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