PESCARA

Intervento al colon col supporto al cuore: «Traguardo storico»

Nella casa di cura Pierangeli l’intuizione di Guarracini: usare sul paziente un dispositivo per l’assistenza ventricolare, è una svolta per i cardiopatici

PESCARA. «Un traguardo storico, raggiunto per la prima volta al mondo. È quello del personale medico del gruppo Synergo, nella casa di cura Pierangeli di Pescara, dove è stato utilizzato un innovativo supporto di assistenza ventricolare per mantenere un paziente stabile durante un intervento di chirurgia generale per trattare una stenosi del colon. Questa operazione apre nuove prospettive alle persone con gravi patologie cardiache che, in passato, avrebbero dovuto rinunciare ad interventi di questo tipo.

In sala operatoria c’era il team medico guidato da Luigi Di Sebastiano con Francesco Di Mola e Tommaso Grottola, mentre Stefano Guarracini, in collaborazione con Michele Di Mauro e Lorenzo Salute, ha ideato l’innovativo protocollo di assistenza ventricolare, che «promette di essere di grande aiuto per tantissimi pazienti cardiopatici che necessitano di interventi di chirurgia generale». L’anestesia è stata gestita da Marco Tarquini.

L’operazione è riuscita con successo e il paziente sarà presto dimesso, dicono con soddisfazione dal gruppo Synergo «che dimostra ancora una volta la sua dedizione all'eccellenza medica e all'innovazione, offrendo soluzioni che possono migliorare significativamente la qualità di vita di molte persone».

Sono proprio gli artefici di questo traguardo ad illustrare i dettagli dell’operazione. «La stenosi del colon, spiegano, è una condizione in cui parte del colon è più stretta del normale e può essere presente fin dalla nascita o svilupparsi in seguito a lesioni, infiammazioni o tumori del tratto gastrointestinale e può portare a gravi complicazioni. Il trattamento principale è l'intervento chirurgico, per rimuovere la parte ristretta del colon e collegare le estremità sane, in modo da ristabilire un corretto flusso intestinale. Tuttavia, ci sono casi complessi come quello del paziente in questione, il quale, oltre a presentare una stenosi critica, era affetto anche da gravi patologie cardiache, portatore di uno stent sul tronco comune della coronaria sinistra e un defibrillatore cardioverter impiantabile».

«A causa della situazione estremamente complessa», dice Guarracini, «due chirurghi avevano rifiutato di operare questa persona, ritenendo l'intervento troppo rischioso». Proprio Guarracini ha avuto l'intuizione di trasferire l'assistenza ventricolare, abitualmente utilizzata in emodinamica e cardiochirurgia, in un intervento di chirurgia generale al colon. Ha puntato sul dispositivo “Impella”, «una pompa del sangue che offre un supporto meccanico temporaneo al flusso cardiocircolatorio dei pazienti riducendo il carico di lavoro del cuore durante un intervento, migliorando la circolazione del sangue in tutto il corpo. Il risultato è un miglioramento della circolazione sanguigna, accompagnato da una maggiore irrorazione del cuore stesso e da una minore richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco».

La novità assoluta sta nel fatto che «i dispositivi “Impella” non sono mai stati usati, prima d’ora, in un intervento di chirurgia generale ma trovano impiego negli interventi di angioplastica coronarica ad alto rischio, nel trattamento dello shock cardiogeno dopo un infarto miocardico acuto oppure in interventi cardiochirurgici e per trattare gravi condizioni cardiache come la cardiomiopatia e la miocardite».

Ora Guarracini guarda al futuro. «Questa procedura innovativa», dice, «potrebbe aprire la strada a un nuovo protocollo di aiuto per molti pazienti cardiopatici gravi, consentendo loro di sottoporsi a operazioni di chirurgia generale, ortopedia, neurochirurgia e altri ancora che sarebbero troppo rischiosi».