«Intesa per progettare l’ex Cofa»

Il docente di Urbanistica Zazzara: l’intervento non va ostacolato

Lucio Zazzara, docente di Urbanistica dell’università Gabriele D’Annunzio, interviene sull’ex Cofa.

«L'operazione faticosamente portata avanti dalla Camera di commercio per il recupero delle aree ex Cofa a Pescara, rappresenta una delle rare vicende urbanistiche in cui l'interesse pubblico potrebbe effettivamente trovare uno sbocco positivo. Nessuno può dubitare che una profonda riqualificazione di quei tre ettari posti sul mare rappresenterebbero una conquista per la città e per l'intero territorio regionale. L'operazione procede con impegno e coerenza da parte dell'ente camerale nonostante le discutibili vicende che l'hanno accompagnata: cieca realizzazione del ponte del Mare, realizzazione della caserma della Guardia di Finanza, adozione del pessimo Pp2 (presentata come male necessario per evitare operazioni discutibili, che poi invece si sono regolarmente realizzate), approvazione del progetto della Pescaraporto, per ricordare solo le più vistose.

In questo senso la scelta di operare attraverso un accordo di programma tra enti pubblici, secondo la legge nazionale e regionale, appare, più che ragionevole, necessaria. Probabilmente il programma operativo della Camera di commercio rimane l'unica occasione per mettere in cantiere un complesso di opere di reale interesse generale.

Da una parte mi sembra ovvio e del tutto corretto che la progettazione possa essere condotta in modo organico e redditivo (la Camera di commercio è comunque un ente tenuto ad impegnarsi in operazioni produttive), senza doversi far carico degli errori e delle disattenzioni comunali che hanno compromesso buona parte delle potenzialità del settore di prg assoggettato al Pp2; dall'altra temo questa facile tendenza della politica locale di riportare la questione ad un mero conteggio delle quantità in gioco. La tutela dell'interesse pubblico deve essere perseguita attraverso la ricerca della migliore qualità dei progetti e delle future opere, sempre nel rispetto delle disposizioni generali sulle proporzioni degli spazi di servizio, e non con giochetti sui numeri che, alla fine, serviranno solo ad ostacolare questa, come altre operazioni importanti.

Chi è sinceramente interessato ad ottenere almeno in questo caso un buon risultato in termini urbanistici e di architettura deve seriamente porre la condizione delle garanzie su una gestione, diversa dal passato, degli incarichi progettuali.

Si abbia il coraggio (anche da parte dei privati investitori) di finanziare un concorso internazionale che porti a Pescara progetti per un pezzo di città bello, rappresentativo, avanzato ed attrattivo; e si faccia anche una riserva di spazi progettuali per i progettisti più giovani che, nonostante tutto, sono una delle risorse di questo territorio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA