L'Abruzzo è ancora profondo Sud: Agenas boccia la sanità pubblica

I voti dell’Agenzia del ministero ci paragonano alla Campania. E ci piazzano in fondo alla classifica. Ma non mancano le eccellenze. Come chirurgia oncologica a Ortona e neurochirurgia a L’Aquila

PESCARA. Alta la qualità di Neurochirurgia al San Salvatore dell’Aquila. Alta anche quella a Chirurgia vascolare ad Avezzano, Emodinamica a Pescara, Neurologia a Lanciano e Ortopedia a Vasto. Altissima addirittura a Chirurgia oncologica di Ortona. Anche se, in generale, gli ospedali abruzzesi restano nel profondo Sud, con pochi sprazzi di luce. Ecco le pagelle degli ospedali d’Abruzzo. A stilarle è l’Agenas, l'agenzia sanitaria delle Regioni italiane, che ha messo online l'edizione 2016 del Pne, ovvero il Programma nazionale esiti, lo strumento che attraverso una serie di indicatori rende conto della qualità dell’attività sanitaria in oltre mille strutture ospedaliere.

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COME LA CAMPANIA. Per Agenas migliora la qualità delle cure, ma l'Abruzzo, come la Campania, annaspa. Questo dice l’Agenzia pure se i dati restano da prendere con le molle. L'Agenas infatti considera 29 ospedali abruzzesi: un numero vecchio, riferito a prima degli accorpamenti, che di fatto abbassa la media. Il Pne inquadra la situazione al 2015, e mette nel calderone anche ospedali semidismessi, come il San Camillo de Lellis di Atessa e il Ss Immacolata di Guardiagrele. Restando nella dimensione nazionale, Agenas afferma che «le strutture che raggiungono livelli di qualità alti o molto alti sono il 14,7% del totale. Il maggior numero di ospedali con livelli di qualità molto alti sono in Lombardia, Friuli, Valle d'Aosta, Alto Adige. Un gradino sotto ci sono Trentino, Toscana, Sicilia e Molise. Le strutture di qualità bassa o molto bassa sono in Campania e Abruzzo, seguite da Sardegna, Puglia, Basilicata, Molise e Calabria», si legge sul sito dell’Agenas. Ma anche questo è un dato da prendere con cautela perché il Pne, che registra gli esiti delle cure ospedaliere, non tiene conto della mobilità passiva che in Abruzzo è elevatissima e impedisce di conoscere l’esito vero di una patologia per quei pazienti emigrati.

ANDIAMO CAUTI. Più vicina alla realtà sarà comunque la “griglia Lea”, i Livelli essenziali di assistenza, in via di pubblicazione, che vedrà l’Abruzzo risalire una ventina di posizioni dal punteggio 153, registrato durante il commissariamento, al di sotto dell’asticella media piazzata a 160. Tornando alla mappa della qualità di Agenas, la sintesi è che chi lavora di più perché affronta un maggior numero di casi, generalmente lavora anche meglio. Un esempio? La mortalità per l'infarto è molto più alta negli ospedali che fanno meno di 100 interventi su questa patologia all’anno. Se tutti i pazienti l'anno scorso fossero stati trasportati in tempo negli ospedali con più di 100 interventi, in Italia ci sarebbero stati 834 morti in meno per l'infarto.

IL TALLONE D’ACHILLE. Passando ad agli indicatori, uno tradizionalmente considerato fondamentale è quello che valuta la rapidità dell'intervento per la frattura del collo del femore. Va fatto prima possibile, cioè entro 2 giorni dall’arrivo al pronto soccorso. Nel 2010 in Italia solo il 31% di chi arrivava in ospedale con questa frattura veniva operato in 48 ore. L'anno scorso si è saliti al 55%. Le Regioni che vanno peggio in questo settore sono Abruzzo, Molise, Campania e Calabria. Anche in questo caso però non si tiene conto della mobilità passiva.

ARRIVANO I NOSTRI. Entriamo quindi nei particolari delle pagelle relative agli ospedali abruzzesi con una considerazione: la qualità dei reparti legata alla presenza di grandi nomi nella varie specializzazioni. Così il San Salvatore dell’Aquila vanta uno standard alto (color verde) per la Neurochirurgia del professor Renato Galzio, mentre il colore diventa rosso (molto basso) per l’osteomuscolare. Al San Filippo e Nicola di Avezzano registriamo il verde per il cardiocircolatorio, grazie alla Chirurgia vascolare di Giovanni De Blasi, mentre gravidanza e parto è arancione (basso). L’ospedale dell’Annunziata di Sulmona è profondo rosso, a differenza di Castel di Sangro che fa registrare un livello molto alto per il respiratorio come il cardiocircolatorio a Tagliacozzo. Lo Spirito Santo di Pescara vanta un alto livello per il polo del cuore, dove operano Leonardo Paloscia e Antonio Antico. Non ha eccellenze, secondo Agenas, il San Massimo di Penne a differenza della Chirurgia generale a Popoli che è di livello molto alto. Bassa o molto bassa è la qualità al Policlinico Ss Annunziata di Chieti. Neurologia, con Umberto Colangelo e Chirurgia generale, con Lorenzo Mazzola, sono le eccellenze del Renzetti di Lanciano, così come Ortopedia, con Enzo Di Prinzio, lo è per il San Pio di Vasto.

Ma il fiore all’occhiello degli ospedali del Chietino è Chirurgia Oncologica, con Ettore Cianchetti, al Bernabeo di Ortona. Infine, il Teramano dove al Mazzini è di alto livello il dipartimento cardiologico di Cosimo Napoletano, come pure nell’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero. A differenza di Atri e Giulianova dove respiratorio e Chirurgia generale sono di livello medio. Ma quasi tutto il resto è rosso.