L'INTERVISTA

L'Abruzzo frana, D'Alfonso: 80 milioni di danni

Chieti, Bisenti, Torrebruna: metà della regione è in dissesto. Il governatore: da vent'anni poca manutenzione, ora occorre dare continuità

PESCARA. Una domenica di sopralluoghi tra frane e smottamenti (vecchi e nuovi) per il presidente della Regione Luciano D’Alfonso: «Possiamo calcolare che dal maltempo che ha colpito l’Abruzzo i danni sono pari a 80 milioni solo per il bene viario comunale».

E riuscirà ad ottenerli?

«Si tratta di danni diretti causati dal maltempo tra il 17 e il 19 gennaio, che i comuni sono chiamati a quantificare. Per ottenerli farò patti anche con il diavolo».

Sono danni che si aggiungono a una situazione idrogeologica già compromessa.

«Abbiamo messo in campo interventi per 300 milioni, ma serviranno ancora risorse. È chiaro però che, in un piano continuo di manutenzione, con questi soldi si fa la Svizzera. Ma se con quei soldi si fa un unico intervento...».

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Scontiamo anche le difficoltà degli enti locali.

«Paghiamo la rottura della filiera istituzionale che dobbiamo ripristinare. Al tavolo di Palazzo Chigi ho chiesto due miliardi per tutte le province. Il risultato è stata la visita in Abruzzo del presidente Paolo Gentiloni (che tornerà per visitare le dighe di Penne e Campotosto), più uno straordinario piano per la viabilità minore».

A proposito di viabilità minore. C’è chi sostiene che forse molte strade andrebbero chiuse. Se ne sono costruite troppe.

«E’ un problema, perché molte di queste strade sono al servizio di abitazioni isolate. Sarebbe stato meglio una riflessione al momento di dare le concessioni edilizie. Comunque, è vero: non ci possiamo permettere, per esempio, 170 chilometri di strade a Castiglione Messer Marino, che ha appena 15 mila euro l’anno per la manutenzione. In Abruzzo abbiamo 36mila chilometri di strade comunali. Calcoliamo che il 30% è stato colpito da frane. A queste si aggiungono le strade provinciali. È un tema che va a affrontato nella pluriannualità, assieme alla questione dell’acqua che va ritravasata e irregimentata. Oggi non esiste sistema viario che dreni acqua».

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Quali sono le criticità maggiori nella regione?

«Sono appena stato a vedere un lavoro eseguito a Torrebruna e un lavoro da eseguire sempre a Torrebruna sulla viabilità provinciale, in corrispondenza di una scarpata che ha subito cedimenti a causa dell’acqua. Domani ci saranno le verifiche tra genio civile e Provincia. Sono stato anche a Castelguidone dove abbiamo finanziato un importante intervento in corso. Ci sono molte frane nel Chietino tra Castiglione Messer Marino e Fraine, dove è stato già finanziato un progetto da due milioni di euro, appaltato dalla Provincia. Il vincitore dell’appalto presenterà il progetto esecutivo tra 60 giorni. Ma nell'alto Vastese servono ancora risorse, alla luce del carico nevoso che si è abbattuto su quel territorio. Ci sono difficoltà per il raggiungimento delle grandi arterie, come la Trignina. Solo per mettere in sicurezza l’Alto vastese occorrerebbero 20 milioni di euro».

Anche nel Teramano la situazione appare drammatica.

«Un problema grave c’è tra le vallate del Fino nel Teramano e Vestina nel Pescarese. C’è poi un grande problema che riguarda Bisenti. Domani mattina andranno genio militare, genio civile e provincia di Teramo per ripristinare la percorribilità. La Provincia ha affidato i lavori con somma urgenza. Un altro problema molto serio è in una frazione di Castiglione Messer Marino, in contrada San Giorno, sulla strada provinciale: ci sono tre punti critici che richiedono interventi urgenti. In uno di questi c’è un traliccio Enel che rischia di cadere. Nella zona Vestina sono stati assegnati già otto milioni e mezzo ma ne servono altri otto per fare tutto il lavoro di irregimentazione delle acque piovane».

Diceva della visita di Gentiloni.

«Verrà a visitare gli invasi di Penne e Campotosto. Su Penne c’è un problema da fronteggiare subito per quanto riguarda un elemento dell’invaso che va messo a immediata manutenzione. A Campotosto, come si sa, c’è il problema legato al rischio sismico».

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