DUE esposti

L’accusatore di Cantagallo denunciò «Affidamenti fuorilegge»

PESCARA. È il 7 aprile del 2009 quando l’architetto Aurelio Colangelo – il grande accusatore dell’ex sindaco Pd di Montesilvano Enzo Cantagallo, nel 2006 finito 2 mesi in carcere e altri 2 ai...

PESCARA. È il 7 aprile del 2009 quando l’architetto Aurelio Colangelo – il grande accusatore dell’ex sindaco Pd di Montesilvano Enzo Cantagallo, nel 2006 finito 2 mesi in carcere e altri 2 ai domiciliari – dà il suo consiglio al successore di Cantagallo: «Revocare tutti gli incarichi affidati» all’architetto Roberto Mascarucci e al suo staff perché «sono stati frazionati arbitrariamente per restare sotto le soglie di 100 mila e di 20 mila euro». Così c’è scritto su una diffida mandata a Pasquale Cordoma, sindaco Pdl fino allo strappo pre-elettorale e alla mancata ricandidatura alle elezioni del 6 e 7 maggio scorsi. È questo il documento che dà il via all’indagine sui soldi dell’Europa. Colangelo «diffida il dirigente (Bellafronte Taraborrelli, ndr)dal revocare tutti gli incarichi affidati procedendo a una regolare gara pubblica». L’ipotesi dell’architetto di Montesilvano – oggi la figlia Debora Comardi è consigliere con Sinistra unita – è che gli incarichi a Mascarucci (63.318 euro) e al suo staff (15.075 euro a testa) siano stati divisi ad arte.

In un mese, il Comune non risponde e, il 7 maggio 2009, Colangelo scrive un’altra diffida: «Taraborrelli ha solo sbagliato in buona fede alcuni atti amministrativi allo scopo di dimostrare all’amministrazione di darsi da fare». Colangelo chiede «una risposta formale entro 15 giorni. In caso contrario», afferma, «sono costretto a rivolgermi alle competenti vie legali. Vi ribadisco che andrò fino in fondo, anche se mi dovrò fare molto male». Così, parte la denuncia e, oggi, Taraborrelli si ritrova sotto inchiesta. ©RIPRODUZIONE RISERVATA