L’aeroporto perde i voli postali notturni

Allarme di Foschi (Pdl) e dei sindacati: «Chiuderà anche il centro di meccanizzazione delle Poste di via Volta»

PESCARA. «L'aeroporto di Pescara perderà entro il 31 agosto, o al più tardi entro il 15 settembre, il volo postale notturno, in coincidenza con la chiusura del Centro di Meccanizzazione delle Poste di via Volta». Ad affermarlo è il capogruppo del Pdl Armando Foschi.

«Quello che sino a pochi giorni fa era un rischio, una voce nell'aria, pronunciata a mezza bocca», dice Foschi, «oggi è divenuta una drammatica realtà ufficializzata al termine di un incontro sindacale. Tradotto in termini concreti, i due provvedimenti, oltre a porre dei seri problemi sotto il profilo occupazionale, andranno a impoverire la città e il suo ruolo nel medio Adriatico, con una riduzione delle attività dello stesso scalo. E infatti Enac ed Enac hanno già predisposto la riduzione dell'orario di attività, passando dalle 24 ore di copertura giornaliera, a sole 18 ore al giorno».

Le preoccupazioni di Foschi sono confermate dal segretario generale della Filt-Cgil Abruzzo Franco Rolandi: «E’ voce alquanto fondata che Poste italiane, attraverso il proprio operatore Mistral Air, si accingerebbe ad abbandonare lo scalo abruzzese, preferendo per i cosiddetti voli postali unicamente lo scalo di Ancona quale Centro di meccanizzazione postale (Cmp), nel quale smistare i grandi quantitativi di corrispondenza da parte di Poste italiane».

Per il capogruppo Pdl Foschi si tratta di un «ennesimo scippo» ai danni del territorio. «Ovviamente non possiamo subire passivamente», dice il consigliere, «e per tale ragione investirò del problema il sindaco Albore Mascia e lo stesso presidente della Regione Gianni Chiodi chiedendo il loro intervento al governo». Un intervento necessario per Foschi perché «dopo il taglio di Pescara e dell'Abruzzo dagli investimenti dell'alta velocità, e dopo l'accorpamento di diversi uffici statali ad Ancona, Pescara rischia di subire l'ennesima onta che avrà gravi ripercussioni sul territorio e la sua economia».

A questo punto anche lo scalo aeroportuale, «che è pure di carattere nazionale», dice Foschi, rischia di allungare la lista delle occasioni perse o mancate. È infatti il futuro dello scalo a preoccupare i sindacati: «Con questa decisione», spiega Rolandi, «non solo salterebbero ben quattro voli settimanali di andata e ritorno con base a Pescara, ma viene messo a repentaglio anche l’operatività H24 dello scalo abruzzese, che con la soppressione di questi voli postali concentrati unicamente nelle ore notturne, potrebbe determinare anche la chiusura per qualche ora dell’aeroporto con conseguenze facilmente immaginabili sia dal punto di vista occupazionale ma anche per l’immagine di uno scalo che il governo ha inserito tra i 31 di “interesse nazionale”».

Per Rolandi, dunque, l’intervento della Regione è necessaria, anche se fino a oggi la sua azione «è mancata». Così come sono mancate le risorse, «pregiudicando la solidità della società di gestione e quindi il futuro dello scalo abruzzese. Lo sa bene il presidente della Saga Laureti», dice ancora il segretario della Filt-Cgil, «che da mesi fa la spola nei palazzi della Regione nel vano tentativo di recuperare quel 50% di risorse del cosiddetto piano marketing (parliamo di 2.750.000 euro) promessi dalla Regione, ma in realtà mai liquidati. Risorse che servono per garantire l’ordinaria amministrazione dello scalo e che appaiono drammaticamente ancora più urgenti e indifferibili in considerazione di alcune importanti defezioni in termini di voli commerciali (e non) che stanno interessando l’aeroporto».