L'amica: «Era contentissima, oggi aveva l’aereo per Parigi»

Era una psicologa di 45 anni. Nata a Corropoli, viveva a Pescara. Lavorava a Villa Serena. Distrutta l’amica di tanti viaggi: l’ho sentita poco prima, mi ha detto preparo la valigia»

PESCARA. L’ha vista e ci ha parlato fino alle due e mezzo di ieri quando Monia Di Domenico l’ha salutata dicendo che sarebbe andata a Francavilla a ritirare l’affitto di casa. Barbara Pecoriello, tecnico di riabilitazione psichiatrica, al telefono non riesce neanche a piangere per il dolore che in un attimo travolge tutto. «Non è possibile», ripete, «l’ho lasciata sapendo che domani (oggi ndr) sarebbe partita per Parigi, la città che amava tanto e dove eravamo state insieme a ottobre».

Le frasi si intrecciano al pianto più profondo, quello che comincia da dentro e fa fatica pure a venir fuori. «Mi aveva chiamato perché le serviva la cartina di Parigi che era rimasta a me dopo l’ultimo viaggio. Ci siamo lasciate che lei mi ha detto, “adesso devo fare tremila giri, devo andare a ritirare l’affitto a Francavilla e poi devo ancora fare la valigia”. Ma va, le ho detto io, che sei velocissima, ci metti un attimo. È vero, mi ha fatto lei».

Un fotogramma che racconta la semplicità di un’amicizia ma anche, a detta della stessa Pecoriello, la tranquillità con cui Monia Di Domenico ieri pomeriggio si preparava ad andare a riscuotere l’affitto nella casa che invece, di lì a poche ore, sarebbe diventata la sua tomba. «Non era affatto preoccupata», rimarca l’amica, «mi ha detto che doveva andare a Francavilla ma in maniera tranquilla, senza lasciar trasparire nessuna preoccupazione per quello che doveva fare o per la persona che doveva incontrare. E tantomeno mi aveva mai confidato problemi con l’inquilino. Mai. Ma quello che mi sconvolge», aggiunge Barbara Pecoriello che aveva conosciuto l’amica quando lavorava alla clinica Villa Serena dove tuttora Di Domenico era in servizio come psicologa, «è che Monia è una persona dolcissima, tranquilla. L’unico suo pensiero, quando ci siamo viste oggi (ieri ndr) era la valigia. E partire».

Magra e minuta di costituzione, Monia Di Domenico, 45 anni, residente a Pescara nella zona di Villa de Riseis, era originaria di Corropoli, figlia unica avuta in tarda età dai genitori (la mamma è stata insegnante elementare). A Pescara ci era arrivata per motivi di studio e di lavoro e si era fatta subito apprezzare. Anche allo stabilimento balneare che frequentava da sempre, “il Traghetto”, riviera nord di Pescara da dove dicono stravolti: «Una persona a modo, brava brava». Da una decina d’anni psicologa alla clinica Villa Serena di Città Sant’Angelo, Di Domenico era in servizio alle residenze, le strutture psichiatriche della clinica, occupandosi, tra le altre cose, della riabilitazione psichiatrica dei pazienti, che significa anche terapia di gruppo e individuale e uscite con i pazienti. «Un lavoro», racconta un dipendente della clinica, «che ha fatto sempre con sensibilità e intelligenza. Una persona molto tranquilla, ma con il carattere necessario per fare il lavoro che faceva». Più o meno una decina d’anni fa Monia aveva preso la specializzazione all’Ipra, l’Istituto di psicologia relazionale abruzzese fondato dalla dottoressa Maria Grazia Cancrini con sede in piazza Garibaldi, a Pescara, e proprio in queste ultime settimane con i suoi ex compagni di corso stava progettando una rimpatriata. Ma niente. «Monia l’ho conosciuta sul lavoro», riprende Pecoriello, «ed era eccezionale, bravissima, buona, amica di tutti. Ripeto, la persona migliore che io conosca. Amava viaggiare, da sola o in compagnia. Ecco, adesso sarebbe ripartita da sola. Perché Monia era così, una in gamba. Tornava a Parigi perché la sua aspirazione era trasferirsi lì».

©RIPRODUZIONE RISERVATA