i segnali ai clienti

L'Aquila, bandiere ai balconi come richiamo

Il capoluogo regionale è una tappa del vorticoso giro nazionale di ragazze

L’AQUILA. Il tricolore sul balcone per agevolare i clienti nell'individuazione dell'appartamento del sesso a pagamento. E poi, sotto Natale, una fila di lucine accese, come una sorta di semaforo verde per dare il segnale di via libera. La mancanza di abitazioni disponibili, a causa dei danni del terremoto, non ha fermato all'Aquila il fenomeno della prostituzione che, quasi del tutto assente in strada, si svolge negli appartamenti. Ma, come sottolineano gli investigatori, con gli stessi rischi sanitari per i clienti, perché i controlli sono assenti. L'Aquila è entrata in una sorta di circuito nazionale che l'ha fatta diventare una tappa nel vorticoso avvicendarsi di ragazze che arrivano da altre città, si trattengono per una quindicina di giorni e poi cambiano aria, anche per non destare sospetti e non essere identificate. Dal centro alla periferia, superata la primissima emergenza del sisma (quando sono state utilizzate anche le roulotte e, subito dopo, le case su ruota vicino alle zone dove gravitava un gran numero di maestranze della ricostruzione) l'attività è proseguita senza soluzione di continuità. La casa con la bandiera è stata individuata nella zona della villa comunale, e l'attività è stata interrotta anche a causa delle proteste degli altri residenti tornati ad abitare negli edifici ristrutturati, infastiditi dal continuo viavai di gente di ogni età ed estrazione sociale. La presenza massiccia di ragazze dell'Est Europa e del Sudamerica è testimoniata, nel capoluogo di regione, anche dai più recenti blitz della polizia che ha interrotto l'attività in sette appartamenti, tra L'Aquila e Avezzano, soltanto nell'ultimo mese e mezzo. Nell'ultima operazione, che risale a giovedì scorso, sono state individuate cinque case (tre all'Aquila e due ad Avezzano) con la denuncia di tre persone per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. (e.n.)