Le palazzine abbandonate a Cese di Preturo (foto Raniero Pizzi)

L'Aquila, viaggio nello spreco miliardario del Progetto Case / Video

Arischia, Coppito, Coppito 2, Collebrincioni, Cese di Preturo, Sassa: tra pilastri marci e alloggi abbandonati. Un patrimonio da abbattere

L’AQUILA. Sembra incredibile. Ma se il sindaco Massimo Cialente dice il vero (leggi intervista in basso), siamo di fronte probabilmente al più grande sperpero di denaro pubblico dell’Italia repubblicana. I 700 milioni più i 350 del Fondo di solidarietà -totale un miliardo e 50 milioni di euro- serviti per costruire Progetto Case e Map all’Aquila per il ricovero di oltre 20mila sfollati dopo il terremoto del 6 aprile 2009, stanno per andare in fumo. Il motivo? Semplice: perché, parola dello stesso Cialente, una legge europea prevede che gli alloggi del Progetto Case debbano essere smantellati, in quanto «alloggi temporanei». Insomma, avete capito bene, non solo le piastre malandate e difettose, ma anche quelle in buono stato, saranno demolite tutte. Quello di Coppito 2, evacuato a causa di un pilone marcio, è stato solo l’ultimo edificio abbandonato. Ma in realtà sono già 500 gli alloggi dichiarati inagibili dal Comune e che dovranno essere abbattuti a breve.

L'Aquila, tra le case antisismiche abbandonate o pericolanti
Cese di Preturo, Coppito, Collebrincioni, Arischia, Sassa e adesso anche Coppito 2. Sale il numero delle palazzine del Progetto Case costruite dopo il terremoto che nel 2009 sconvolse L'Aquila e abbandonate per evidenti problemi di costruzione. Ecco il video di Raniero Pizzi nel "cimitero" del Progetto Case.

Ricapitolando, è stato speso oltre un miliardo di euro di denaro pubblico, per realizzare in tutto le 185 piastre che hanno ospitato 19.500 aquilani terremotati (circa 5.000 famiglie). E che sono ora destinate alla demolizione. Nonostante i 23,4 milioni di euro sborsati dal Comune per la manutenzione ordinaria e straordinaria a partire dal 2010. Anno in cui l’amministrazione municipale ha preso in carico dalla Protezione civile Progetto Case e Map. Un patrimonio che, ad appena otto anni dal sisma del 6 aprile 2009, ha già le ore contate. A cominciare dalle 13 delle 22 piastre dichiarate inagibili che dovranno essere abbattute a breve. Perché i lavori sono stati fatti male e chi avrebbe dovuto controllare non lo ha fatto (di qui le inchieste aperte dalla Procura).

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QUARTIERI FANTASMA. Alle 22 piastre disabitate nelle aree del Progetto Case di Sassa, Cese di Preturo, Collebrincioni, Arischia e Coppito, si è aggiunta da mercoledì scorso la piastra 1 di Coppito 2. Lo scenario è desolante: quartieri fantasma, con erbacce altissime, che richiamano molto le immagini apocalittiche del 2009 di una città abbandonata in tutta fretta.
SCENARIO APOCALITTICO. Giocattoli lasciati nei cortili e sui balconi, damigiane di vino, scaffali dai quali pendono scarpe da ginnastica, borsoni, bottiglie. Stendini della biancheria ancora sui balconi, vetri rotti, transenne e puntellamenti.
ALTRO SPRECO. E pensare che il Comune, circa un anno fa, aveva un progetto già finanziato per recintare gli alloggi abbandonati e installare un servizio di telesorveglianza. Altri soldi buttati se la dirigente, Enrica De Paulis, non si fosse accorta dell’errore: pur sapendo che le piastre dovevano essere abbattute, il Comune voleva spendere altri 200mila euro per evitare atti vandalici e scorribande di ladri negli alloggi. «Ci siamo resi conto che sarebbero stati soldi sprecati», affermò all’epoca la De Paulis, «per due motivi: non si impedisce ai ladri di entrare con una recinzione e una telesorveglianza; molte piastre saranno demolite».
LA DEMOLIZIONE. Quanto alle 22 piastre evacuate, tolte le 13 già condannate alla demolizione a breve, sulle altre 9, la De Paulis si era espressa così: «Gli edifici da demolire presentano difetti costruttivi e una pessima performance termica. Le piastre che dovranno essere recuperate sono 3 a Collebrincioni, 4 ad Arischia e 3 a Coppito. A Collebrincioni e Arischia abbiamo già fatto un sopralluogo con il sindaco, Massimo Cialente, per il ripristino. La popolazione, soprattutto ad Arischia, le vuole. Ma è cresciuta anche la domanda di alloggi a basso costo».

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DELLE DUE L’UNA. Qualcuno, però, deve spiegare come mai la dirigente del settore parla di piastre da recuperare e il sindaco (vedi intervista qui accanto), dice che il Progetto Case dovrà essere cancellato, richiamando la legge europea che ne ha permesso la costruzione come «alloggi temporanei».
CAMPAGNA ELETTORALE. Progetto Case e Map sono diventati, intanto, anche un tema di dibattito della campagna elettorale tra i sette candidati sindaci. Cinque dei quali - Americo Di Benedetto (centrosinistra), Carla Cimoroni (L’Aquila Chiama), Giancarlo Silveri (Riscatto Popolare), Nicola Trifuoggi (L’Aquila Polis) e Fabrizio Righetti (M5S) - sono per l’abbattimento. Pierluigi Biondi (centrodestra) e Claudia Pagliariccio (Casapound) sono perplessi.
70 FAMIGLIE. Un tale una volta disse che la verità ha tre facce: la mia, la tua e quella vera. Qualcuno sicuramente non dice la verità. E intanto ci sono altre 70 famiglie, con bambini, anziani e disabili, che non sanno cosa sarà della loro vita.
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