L'Arta difende le sue analisi, Amicone: i fanghi del porto non sono contaminati

L'inchiesta della procura distrettuale Antimafia sul dragaggio, l'Arta: dai nostri controlli, mai visto sedimenti inquinati. Ma per la procura, fanghi contaminati da sostanze nocive

PESCARA. L'Arta (Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente) difende le sue analisi sui fanghi del porto di Pescara e lo fa con una dichiarazione del suo direttore generale Mario Amicone dopo l'inchiesta della procura distrettuale Antimafia dell'Aquila che ha portato al blocco del dragaggio. "Non voglio parlare dell'indagine", ha detto Amicone, "ma sicuramente esprimere amarezza perché è stato messo in discussione il lavoro svolto dall'Arta".

La nave che aveva appena cominciato l'operazione di dragaggio dei fanghi nel portocanale di Pescara è stata posto sotto sequestro due giorni fa dai carabinieri del Noe e dal nucleo di polizia tributaria della finanza di Pescara, con provvedimento del gip distrettuale dell'Aquila, Marco Billi, su richiesta della procura distrettuale Antimafia. L'operazione mirava a impedire l'immersione di sedimenti portuali contaminati da pesticidi ed evitare così un danno all'ecosistema marino: tre gli indagati.

"Le nostre analisi sui campioni prelevati sono state effettuate nei laboratori di Pescara, Chieti e L'Aquila", ha spiegato Amicone questa mattina, "e anche da un laboratorio dell'Arpa Marche, e i risultati sono stati gli stessi, con una concentrazione di inquinanti sotto la soglia minima prevista dalla legge. Nelle analisi abbiamo seguito protocolli e procedure previste dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), siamo sereni perché i risultati delle analisi sono in linea con i precedenti". Per la procura, invece, nei fanghi ci sono alte concentrazioni di pesticidi come il Ddt e, per questo, non si possono sversare in mare.

Il direttore tecnico dell'Arta, Luciana Di Croce, ha spiegato: "Abbiamo restituito 54 campioni di analisi relative alla darsena commerciale, ma abbiamo anche campioni di riserva a disposizione di chi volesse analizzarli di nuovo. Abbiamo anche verificato i sedimenti della vasca di colmata, e in nessun caso abbiamo rilevato concentrazioni, anche minime, di pesticidi da Ddt. Per essere assimilati a rifiuti, i sedimenti devono contenere concentrazioni elevatissime di inquinanti e veleni, e non Š questo il caso. Nel caso del fiume Pescara si parla di 0,1 microgrammi per chilogrammo, a fronte di un grammo per chilogrammo. Dunque una quantità notevolmente superiore".