L'avvocato: Ferri sta male, va liberato

Il Falco resta in carcere a Civitavecchia, la difesa chiede una perizia medica

MONTESILVANO. Resta in carcere Mario Ferri. Oggi è il sesto giorno in cella per il Falco, sette invasioni di campo messe a segno in quattro anni. Ma Ferri «sta male e la sua condizione psicofisica è grave»: è quanto ha riferito il suo avvocato, Angelo Pettinella, al termine dell'udienza di convalida dell'arresto svolta il 31 dicembre nel carcere di Civitavecchia. «Ferri non è in buone condizioni», ha spiegato il legale che ha chiesto al gip di Civitavecchia una perizia medica per valutare se le condizioni di salute del Falco sono compatibili con la detenzione in carcere. Non è così per Pettinella e sarà un esperto a stabilire se Ferri dovrà rimanere in carcere oppure no: secondo Pettinella, il giudice ha accordato la perizia medica che sarà svolta nei prossimi giorni. Ma lo stesso giudice ha anche convalidato l'arresto di Ferri, eseguito il 28 dicembre dalla polizia all'aeroporto di Fiumicino, non appena sbarcato dal volo proveniente dal Qatar.

La posizione giudiziaria di Ferri si fa più complicata: dopo la convalida dell'arresto da parte del gip di Civitavecchia, un altro giudice si è espresso disponendo il carcere a carico del Falco. È stato lo stesso gip di Firenze che ha disposto gli arresti domiciliari quando Ferri ha violato la misura cautelare dell'obbligo di firma conseguente all'invasione di campo del 7 settembre scorso durante Italia-Isole Far Oer: il giudice di Firenze - lo stesso che Ferri, durante la sua latitanza ad Abu Dhabi, ha sfidato via Facebook invitandolo a «provare a prenderlo» - ha inasprito la misura cautelare: dai domiciliari alla detenzione in carcere. Per il gip, solo il carcere può impedire la reiterazione del reato e cioè nuove invasioni di campo.

Così adesso sono diventati due i provvedimenti che fanno rimanere Ferri in cella e, con queste premesse, la detenzione del Falco può durare ancora.

Ma adesso Ferri sta male, secondo la difesa: «Al momento», ha spiegato il suo avvocato, «non può stare in carcere, l'ho trovato troppo provato. Si trova in uno stato di forte disagio. Ribadisco che la detenzione in carcere è esagerata anche se i presupposti giuridici ci sono tutti: Ferri ha violato l'obbligo di firma e ha violato anche gli arresti domiciliari, però, non è una persona pericolosa e la sua evasione è stata di dominio pubblico, annunciata e raccontata su Internet».

Durante l'interrogatorio, Ferri ha spiegato al giudice di Civitavecchia perché, il 16 dicembre scorso, è evaso dai domiciliari a Montesilvano partendo per Abu Dhabi e ha invaso il campo durante la finale del mondiale per club tra Inter e Mazembe: «Ferri ha riconosciuto la sua colpa», ha detto Pettinella, «ma ha affermato che la sua decisione di lasciare i domiciliari è stata una protesta contro una misura cautelare che ritiene iniqua e ingiusta». A oggi, il risultato della protesta è disastroso: dai domiciliari, Ferri è passato al carcere.

Sei giorni in cella, il Capodanno festeggiato con i detenuti: «La situazione-psicofisica di Ferri è grave», per l'avvocato. La speranza della difesa di far uscire il Falco dal carcere è riposta nella perizia medica: «Ferri non può restare in carcere. La vita con gli altri detenuti lo danneggia. Mi auguro», ha concluso Pettinella, «che il carcere sia revocato subito».

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