L'incubo della collina senza gas fino al 2020

La paura dei residenti dopo una sentenza del Tar: un salasso riempire i bomboloni di gpl

MONTESILVANO. Centoventi famiglie in via Spagnuolo, sessanta tra via Poggio Imperiale e via Colle Fiorito, più di trenta in via Colle di Andromeda. Soltanto in quattro strade della collina, un migliaio di residenti va avanti con i bomboloni del gpl a 3,80 euro al metro cubo perché la rete del gas non esiste. In media, quattro persone consumano 100 metri cubi di gpl ogni due mesi: una stangata da 380 euro. I residenti sono in allarme: c'è il rischio che continui così fino al 2020.

Il pericolo che la collina resti senza la rete del gas fino al 2020 esiste e a denunciarlo sono le migliaia di residenti costretti a tenere i bomboloni nel giardino o interrati sotto i palazzi: una sentenza del Tar di Pescara ha annullato due atti del Comune per il riscatto della rete del gas e lo stesso provvedimento di Montesilvano è stato approvato anche per Città Sant'Angelo, Scafa e Cepagatti.

LA PAURA DEI RESIDENTI
«Il gpl ha un prezzo da strozzini», denuncia un cittadino di via Spagnuolo, una strada nata intorno a un ammasso di palazzi per centoventi famiglie. Un altro mostra la bolletta: «Il gpl costa 3,80 euro al metro cubo, il gas soltanto un euro. Ogni due mesi paghiamo, quattro volte degli altri residenti di Montesilvano». Anche un cittadino di via Colle di Andromeda, strada senza uscita che si inerpica sulla collina da via Saragat, mostra la bolletta: 310 euro per 81 metri cubi di gpl consumati tra 31 gennaio e 31 marzo. «Una batosta», spiega il cittadino, «ma stando attenti a non accendere troppo i termosifoni. Per risparmiare, li teniamo spenti».

LA SENTENZA DEL TAR All'origine della paura dei cittadini c'è il provvedimento del Tar dello scorso 22 aprile: una sentenza favorevole all'Italgas di Torino, difesa dall'avvocato Luca Nanni, in un giudizio in cui il Comune non si è costituito.

Con un contratto del 1996 il Comune ha concesso all'Italgas il servizio di distribuzione del gas fino al 26 luglio del 2020. «La rete di distribuzione», fa notare il Tar, «è stata realizzata con le agevolazioni della legge 784 del 1980 prevedendo anche l'obbligo per l'Italgas di provvedere al suo ulteriore ampliamento».

Ma l'investimento nella zona della collina è slittato e così, il 29 aprile del 2005, nell'era del sindaco Enzo Cantagallo, il consiglio comunale ha provato a riscattare la rete del gas avviando una gara per la scelta del gestore. Ma il provvedimento, prima, è stato prima contestato dall'Italgas e, dopo, condannato a rimanere lettera morta per l'inchiesta Ciclone con l'arresto di Cantagallo e per il cambio dell'amministrazione.

GLI ATTI DI CORDOMA
È stata l'amministrazione del sindaco Pasquale Cordoma, con il sì del consiglio, a ritentare il riscatto della rete del gas considerando la concessione scaduta il 31 dicembre 2009: il Comune ha chiesto all'Italgas «la documentazione per la stima del valore delle reti e degli impianti». Ma l'Italgas ha impugnato gli atti dell'amministrazione Cordoma, «il Comune non si è costituito in giudizio», riporta la sentenza, e il Tar ha dato ragione all'Italgas: «La concessione ha scadenza al 21 giugno 2012», scrive il Tar.

Con la collina disseminata di bomboloni, questa scadenza è fondamentale: se il Comune non eserciterà il riscatto entro il 21 giugno dell'anno prossimo la rete del gas resterà all'Italgas. In quello stesso periodo, però, con le elezioni, l'amministrazione cambierà un'altra volta.

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