L’osteopatia salvezza per i bimbi prematuri

Non solo lombalgie e cefalee: già 1.300 neonati sono stati trattati dal 2006 all’ospedale civile
PESCAERA. Ben 1.300 neonati prematuri circa che dal 2006, nel reparto di Neonatologia dell’ospedale civile, sono stati trattati con l’osteopatia. Insomma, questa disciplina, divenuta nel frattempo professione sanitaria, non è solo per adulti afflitti da problematiche muscolo-scheletriche. È stato questo uno dei dati emersi durante lo svolgimento del quinto congresso internazionale di medicina osteopatica, organizzato dall’Aiot, l’Accademia italiana di osteopatia tradizionale, presente a Pescara da 25 anni e che ha la propria sede didattica e clinica in via Caravaggio, con la direzione di Gina Barlafante, organizzatrice dell’evento con Vincenzo Cozzolino.
Un’alternativa al tradizionale sondino, per i bimbi nati prematuri e con difficoltà di alimentazione, grazie a un accordo tra Aiot e Asl, in grado anche di anticipare di qualche giorno l’uscita dall’ospedale dei più piccoli. «Il trattamento osteopatico», dice Barlafante, «è in grado di ripristinare le funzioni di alcune aree, in modo da far raggiungere al neonato un’alimentazione autonoma, e un peso adeguato - idoneo per le dimissioni - in media 5/6 giorni prima degli interventi tradizionali». Trattamenti osteopatici che permettono di giungere prima ai fatidici due chili e mezzo, tre chili, necessari per l’uscita dall’ospedale dei prematuri - sottolinea il medico e direttrice dell’Aiot di Pescara - con tanto di referee, in quanto pubblicati «in articoli su riviste indicizzate». Un’expertise, che dà il timbro di scientificità agli interventi. Nel quinto congresso di medicina omeopatica, che si è svolto lo scorso week-end all’Aurum, è emerso, inoltre, che non siano ancora certi i legami che intercorrono tra una particolare patologia, come ad esempio una gastrite, e un’area particolarmente colpita dell’apparato muscolo-scheletrico; mentre invece, ha ricordato Barlafante, sono ormai «5 milioni gli italiani che si rivolgono all’osteopata per curare lombalgie e cefalee». Ai lavori del congresso, incentrato sulla disfunzione somatica, hanno partecipato oltre 150 osteopati da tutta Italia e specialisti di altre discipline, come i prof Wilfrid Janig, uno dei massimi esperti di fisiologia del sistema nervoso autonomo, e Fernando Cervero, che ha parlato di dolore e di connessione tra visceri e sistema muscolo-scheletrico, oltre a Sara Varanese, neurologa che collabora con l’Aiot in un progetto di ricerca che coinvolge l’osteopatia e la malattia di Parkinson. All’incontro hanno preso parte Andrea Minelli, fisiologo dell’università di Urbino, che ha affrontato il tema degli effetti dello stress sul sistema muscolo-scheletrico, e Michele Barbato, ortopedico dell’ospedale di Vasto, specialista del centro clinico dell’Aiot.
Giuseppe Vitiello, docente del dipartimento di Fisica Caianiello dell’università di Salerno, ha tenuto una lezione magistrale descrivendo le caratteristiche fisiche della componente acquosa dei tessuti umani, offrendo alla platea la possibilità di osservare il sistema muscolo-scheletrico da una diversa prospettiva.
Vito de Luca

